Matteo 26,69-75 Pietro rinnega Gesù

Pietro rinnega Gesù
(Mt 26,69-75) Pietro intanto se ne stava seduto fuori nel cortile. Una serva gli si avvicinò e disse: Anche tu eri con Gesù il Galileo!". Ed egli negò davanti a tutti: "Non capisco che cosa tu voglia dire". Mentre usciva verso l'atrio, lo vide un'altra serva e disse ai presenti: "Costui era con Gesù il Nazareno". Ma egli negò di nuovo giurando: "Non conosco quell'uomo". Dopo un poco, i presenti gli si accostarono e dissero a Pietro: "Certo anche tu sei di quelli; la tua parlata ti tradisce!". Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: "Non conosco quell'uomo!". E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò delle parole dette da Gesù: "Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte". E, uscito all'aperto, pianse amaramente. (CCC n. 1432) Il cuore dell'uomo è pesante e indurito. Bisogna che Dio conceda all'uomo un cuore nuovo (Ez 36,26-27). La conversione è azitutto un'opera della grazia di Dio che fa ritornare a lui i nostri cuori: "Facci tornare a te, Signore, e noi ritorneremo" (Lam 5,21). Dio ci dona la forza di ricominciare. E' scoprendo la grandezza dell'amore di Dio che il nostro cuore viene scosso dall'orrore e dal peso del peccato e comincia a temere di offendere Dio con il peccato e di essere separato da lui. Il cuore umano si converte guardando a colui che è stato trafitto dai nostri peccati (Gv 19,37; Zc 12,10). (CCC n. 1429) Lo testimonia la conversione di San Pietro dopo il triplice rinnegamento del suo Maestro. Lo sguardo d'infinita misericordia di Gesù provoca le lacrime del pentimento (Lc 22,61-62) e, dopo la risurrezione del Signore, la triplice confessione del suo amore per lui (Gv 21,15-17). La seconda conversione ha pure una dimensione comunitaria. Ciò appare nell'appello del Signore a un'intera Chiesa: "Ravvediti!" (Ap 2,5. 16).

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