Matteo 28,16-20 apparizione in Galilea e missione

Apparizione in Galilea e missione universale
(Mt 28,16-20) Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo". (CCC n. 646) La Risurrezione di Cristo non fu un ritorno alla vita terrena, come lo fu per le risurrezioni che egli aveva compiute prima della Pasqua: quelle della figlia di Giairo, del giovane di Naim, di Lazzaro. Questi fatti erano avvenimenti miracolosi, ma le persone miracolate ritrovavano, per il potere di Gesù, una vita terrena “ordinaria”. Ad un certo momento esse sarebbero morte di nuovo. La Risurrezione di Cristo è essenzialmente diversa. Nel suo Corpo risuscitato egli passa dallo stato di morte ad un'altra vita al di là del tempo e dello spazio. Il Corpo di Gesù è, nella Risurrezione, colmato della potenza dello Spirito Santo; partecipa alla vita divina nello stato della sua gloria, sì che san Paolo può dire di Cristo che egli è “l'uomo celeste” (1Cor 15,35-50). (CCC n. 645) Gesù risorto stabilisce con i suoi discepoli rapporti diretti, attraverso il contatto (Lc 24,39; Gv 20,27) e la condivisione del pasto (Lc 24,30; Lc 24,41-43; Gv 21,9; Gv 21,13-15). Li invita a riconoscere da ciò che egli non è un fantasma (Lc 24,39), ma soprattutto a constatare che il corpo risuscitato con il quale si presenta a loro è il medesimo che è stato martoriato e crocifisso, poiché porta ancora i segni della passione (Lc 24,40; Gv 20,20; Gv 20,27). Questo corpo autentico e reale possiede però al tempo stesso le proprietà nuove di un corpo glorioso; esso non è più situato nello spazio e nel tempo, ma può rendersi presente a suo modo dove e quando vuole (Mt 28,9; Mt 28,16-17; Lc 24,15; Lc 24,36; Gv 20,14; Gv 20,19; Gv 20,26; Gv 21,4), poiché la sua umanità non può più essere trattenuta sulla terra e ormai non appartiene che al dominio divino del Padre (Gv 20,17). Anche per questa ragione Gesù risorto è sovranamente libero di apparire come vuole: sotto l'aspetto di un giardiniere (Gv 20,14-15) o sotto altre sembianze (Mc 16,12), che erano familiari ai discepoli, e ciò per suscitare la loro fede (Gv 20,14; Gv 20,16; Gv 21,4; Gv 20,7). (CCC n. 651) “Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione e vana anche la vostra fede” (1Cor 15,14). La Risurrezione costituisce anzitutto la conferma di tutto ciò che Cristo stesso ha fatto e insegnato. Tutte le verità, anche le più inaccessibili allo spirito umano, trovano la loro giustificazione se, risorgendo, Cristo ha dato la prova definitiva, che aveva promesso, della sua autorità divina. (CCC n. 638) “Noi vi annunziamo la Buona Novella che la promessa fatta ai padri si è compiuta, poiché Dio l'ha attuata per noi, loro figli, risuscitando Gesù” (At 13,32-33). La Risurrezione di Gesù è la verità culminante della nostra fede in Cristo, creduta e vissuta come verità centrale dalla prima comunità cristiana, trasmessa come fondamentale dalla Tradizione, stabilita dai documenti del Nuovo Testamento, predicata come parte essenziale del Mistero pasquale insieme con la croce. (CCC n. 655) Infine, la Risurrezione di Cristo - e lo stesso Cristo risorto - è principio e sorgente della nostra risurrezione futura: “Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti [...]; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo” (1Cor 15,20-22). Nell'attesa di questo compimento, Cristo risuscitato vive nel cuore dei suoi fedeli. In lui i cristiani gustano “le meraviglie del mondo futuro” (Eb 6,5) e la loro vita è trasportata da Cristo nel seno della vita divina (Col 3,1-3): “Egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro” (2Cor 5,15).

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