Matteo 6,12 rimetti a noi i nostri debiti

Rimetti a noi i nostri debiti
(Mt 6,12) "Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori". (CCC n. 2839) Abbiamo iniziato a pregare il Padre nostro con una fiducia audace. Implorando che il suo nome sia santificato, gli abbiamo chiesto di essere sempre più santificati. Ma, sebbene rivestiti dalla veste battesimale, noi non cessiamo di peccare, di allontanarci da Dio. Ora, con questa nuova domanda, torniamo a lui, come il figlio prodigo (Lc 15,11-32), e ci riconosciamo peccatori davanti a lui come il pubblicano (Lc 18,13). La nostra richiesta inizia con una "confessione", con la quale confessiamo ad un tempo la nostra miseria e la sua misericordia. La nostra speranza è sicura, perché, nel Figlio suo, "abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati" (Col 1,14; Ef 1,7). Il segno efficace ed indubbio del suo perdono lo troviamo nei sacramenti della sua Chiesa (Mt 26,28; Gv 20,23). (CCC n. 2840) Ora, ed è cosa tremenda, questo flusso di misericordia non può giungere al nostro cuore finché noi non abbiamo perdonato a chi ci ha offeso. L'amore, come il corpo di Cristo, è indivisibile: non possiamo amare Dio che non vediamo, se non amiamo il fratello, la sorella che vediamo (1 Gv 4,20). Nel rifiuto di perdonare ai nostri fratelli e alle nostre sorelle, il nostro cuore si chiude e la sua durezza lo rende impermeabile all'amore misericordioso del Padre; nella confessione del nostro peccato, il nostro cuore si apre alla sua grazia.

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