Lc 10, 13-16 Gesù minaccia alcune città
(Lc 10, 13-16) Gesù minaccia alcune città
[13] “Guai a te, Corazin, guai a te, Betsàida! Perché se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi, già da tempo si sarebbero convertiti vestendo il sacco e coprendosi di cenere. [14] Perciò nel giudizio Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. [15] E tu, Cafarnao, sarai innalzata fino al cielo? Fino agli inferi sarai precipitata! [16] Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato". (CCC 87) I fedeli, memori della Parola di Cristo ai suoi Apostoli: “Chi ascolta voi, ascolta me” (Lc 10,16), [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 20] accolgono con docilità gli insegnamenti e le direttive che vengono loro dati, sotto varie forme, dai Pastori. (CCC 858) Gesù è l'inviato del Padre. Fin dall'inizio del suo ministero, “chiamò a sé quelli che egli volle… Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare” (Mc 3,13-14). Da quel momento, essi saranno i suoi “inviati” [questo il significato del termine greco “apostoloi”]. In loro Gesù continua la sua missione: “Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi” (Gv 20,21; 13,20; 17,18). Il loro ministero è quindi la continuazione della sua missione: “Chi accoglie voi, accoglie me”, dice ai Dodici (Mt 10,40) [Lc 10,16].