Lc 11, 24-26 Ritorno dello spirito immondo
(Lc 11, 24-26) Ritorno dello spirito immondo
[24] "Quando lo spirito immondo esce dall'uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito. [25] Venuto, la trova spazzata e adorna. [26] Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell'uomo diventa peggiore della prima". (CCC 457) Il Verbo si è fatto carne per salvarci riconciliandoci con Dio: è Dio “che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1Gv 4,10). “Il Padre ha mandato il suo Figlio come Salvatore del mondo” (1Gv 4,14). “Egli è apparso per togliere i peccati” (1Gv 3,5): “La nostra natura, malata, richiedeva d'essere guarita; decaduta, d'essere risollevata; morta, di essere risuscitata. Avevamo perduto il possesso del bene; era necessario che ci fosse restituito. Immersi nelle tenebre, occorreva che ci fosse portata la luce; perduti, attendevamo un salvatore; prigionieri, un soccorritore; schiavi, un liberatore. Tutte queste ragioni erano prive d'importanza? Non erano tali da commuovere Dio sì da farlo discendere fino alla nostra natura umana per visitarla, poiché l'umanità si trovava in una condizione tanto miserabile ed infelice?” [San Gregorio di Nissa, Oratio catechetica, 15: PG 45, 48B]. (CCC 1421) Il Signore Gesù Cristo, medico delle nostre anime e dei nostri corpi, colui che ha rimesso i peccati al paralitico e gli ha reso la salute del corpo, [Mc 2,1-12] ha voluto che la sua Chiesa continui, nella forza dello Spirito Santo, la sua opera di guarigione e di salvezza, anche presso le proprie membra. E' lo scopo dei due sacramenti di guarigione: del sacramento della Penitenza e dell'Unzione degli infermi. (CCC 1426) La conversione a Cristo, la nuova nascita dal Battesimo, il dono dello Spirito Santo, il Corpo e il Sangue di Cristo ricevuti in nutrimento, ci hanno resi “santi e immacolati al suo cospetto” (Ef 1,4), come la Chiesa stessa, sposa di Cristo, è “santa e immacolata” (Ef 5,27) davanti a lui. Tuttavia, la vita nuova ricevuta nell'iniziazione cristiana non ha soppresso la fragilità e la debolezza della natura umana, né l'inclinazione al peccato che la tradizione chiama concupiscenza, la quale rimane nei battezzati perché sostengano le loro prove nel combattimento della vita cristiana, aiutati dalla grazia di Cristo [Concilio di Trento: DS, 1515]. Si tratta del combattimento della conversione in vista della santità e della vita eterna alla quale il Signore non cessa di chiamarci [Ib., 1545; Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 40].