Lc 13, 6-9 Parabola del fico sterile

(Lc 13, 6-9) Parabola del fico sterile
[6] Disse anche questa parabola: "Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. [7] Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? [8] Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime [9] e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai". (CCC 517) Tutta la vita di Cristo è Mistero di Redenzione. La Redenzione è frutto innanzi tutto del sangue della croce, [Ef 1,7; Col 1,13-14; 1Pt 1,18-19] ma questo Mistero opera nell'intera vita di Cristo: già nella sua Incarnazione, per la quale, facendosi povero, ci ha arricchiti con la sua povertà; [2Cor 8,9] nella sua vita nascosta che, con la sua sottomissione, [Lc 2,51] ripara la nostra insubordinazione; nella sua parola che purifica i suoi ascoltatori; [Gv 15,3] nelle guarigioni e negli esorcismi che opera, mediante i quali “ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie” (Mt 8,17); [Is 53,4] nella sua Risurrezione, con la quale ci giustifica [Rm 4,25]. (CCC 736) È per questa potenza dello Spirito che i figli di Dio possono portare frutto. Colui che ci ha innestati sulla vera Vite, farà sì che portiamo “il frutto dello Spirito [che] è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5,22-23). “Lo Spirito è la nostra vita”: quanto più rinunciamo a noi stessi, [Mt 16,24-26] tanto più “camminiamo secondo lo Spirito” (Gal 5,25): “Con lo Spirito Santo, che rende spirituali, c'è la riammissione al Paradiso, il ritorno alla condizione di figlio, il coraggio di chiamare Dio Padre, il diventare partecipe della grazia di Cristo, l'essere chiamato figlio della luce, il condividere la gloria eterna” [San Basilio di Cesarea, Liber de Spiritu Sancto, 15, 36: PG 32, 132].

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