Lc 17, 11-19 I dieci lebbrosi
(Lc 17, 11-19) I dieci lebbrosi
[11] Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea. [12] Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, [13] alzarono la voce, dicendo: "Gesù maestro, abbi pietà di noi!". [14] Appena li vide, Gesù disse: "Andate a presentarvi ai sacerdoti". E mentre essi andavano, furono sanati. [15] Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; [16] e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. [17] Ma Gesù osservò: "Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? [18] Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?". E gli disse: [19] "Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!". (CCC 2062) I comandamenti propriamente detti vengono in secondo luogo; essi esprimono le implicanze della appartenenza a Dio stabilita attraverso l'Alleanza. L'esistenza morale è risposta all'iniziativa d'amore del Signore. E' riconoscenza, omaggio a Dio e culto d'azione di grazie. E' cooperazione al piano che Dio persegue nella storia. (CCC 2099) E' giusto offrire sacrifici a Dio in segno di adorazione e di riconoscenza, di implorazione e di comunione: “Ogni azione compiuta per aderire a Dio rimanendo con lui in comunione, e poter così essere nella gioia, è un vero sacrificio” [Sant'Agostino, De civitate Dei, 10, 6]. (CCC 2280) Ciascuno è responsabile della propria vita davanti a Dio che gliel'ha donata. E' lui che ne rimane il sovrano Padrone. Noi siamo tenuti a riceverla con riconoscenza e a preservarla per il suo onore e per la salvezza delle nostre anime. Siamo gli amministratori, non i proprietari della vita che Dio ci ha affidato. Non ne disponiamo.