Mc 6, 53-56 Guarigioni nel paese di Genèzaret
(Mc 6, 53-56) Guarigioni nel paese di Genèzaret
[53] Compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genèsaret. [54] Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe, [55] e accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui lettucci quelli che stavano male, dovunque udivano che si trovasse. [56] E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano. (CCC 1500) La malattia e la sofferenza sono sempre state tra i problemi più gravi che mettono alla prova la vita umana. Nella malattia l'uomo fa l'esperienza della propria impotenza, dei propri limiti e della propria finitezza. Ogni malattia può farci intravvedere la morte. (CCC 1504) Spesso Gesù chiede ai malati di credere [Mc 5,34; 5,36; 9,23]. Si serve di segni per guarire: saliva e imposizione delle mani, [Mc 7,32-36; 8,22-25] fango e abluzione [Gv 9,6s]. I malati cercano di toccarlo [Mc 1,41; 3,10; 6,56] “perché da lui usciva una forza che sanava tutti” (Lc 6,19). Così, nei sacramenti, Cristo continua a “toccarci” per guarirci. (CCC 1509) “Guarite gli infermi!” (Mt 10,8). Questo compito la Chiesa l'ha ricevuto dal Signore e cerca di attuarlo sia attraverso le cure che presta ai malati sia mediante la preghiera di intercessione con la quale li accompagna. Essa crede nella presenza vivificante di Cristo, medico delle anime e dei corpi. Questa presenza è particolarmente operante nei sacramenti e in modo tutto speciale nell'Eucaristia, pane che dà la vita eterna e al cui legame con la salute del corpo san Paolo allude.