At 20, 29-38 Paolo: addio agli anziani di Efeso

(At 20, 29-38) Paolo: addio agli anziani di Efeso
[29] "Io so che dopo la mia partenza entreranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; [30] perfino di mezzo a voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perverse per attirare discepoli dietro di sé. [31] Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato di esortare fra le lacrime ciascuno di voi. [32] Ed ora vi affido al Signore e alla parola della sua grazia che ha il potere di edificare e di concedere l'eredità con tutti i santificati. [33] Non ho desiderato né argento, né oro, né la veste di nessuno. [34] Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno provveduto queste mie mani. [35] In tutte le maniere vi ho dimostrato che lavorando così si devono soccorrere i deboli, ricordandoci delle parole del Signore Gesù, che disse: Vi è più gioia nel dare che nel ricevere!". [36] Detto questo, si inginocchiò con tutti loro e pregò. [37] Tutti scoppiarono in un gran pianto e gettandosi al collo di Paolo lo baciavano, [38] addolorati soprattutto perché aveva detto che non avrebbero più rivisto il suo volto. E lo accompagnarono fino alla nave. (CCC 798) Lo Spirito Santo è “il principio di ogni azione vitale e veramente salvifica in ciascuna delle diverse membra del Corpo” [Pio XII, Lett. enc. Mystici Corporis: DS 3808]. Egli opera in molti modi l'edificazione dell'intero Corpo nella carità [Ef 4,16]: mediante la Parola di Dio “che ha il potere di edificare” (At 20,32); mediante il Battesimo con il quale forma il Corpo di Cristo [1Cor 12,13]; mediante i sacramenti che fanno crescere e guariscono le membra di Cristo; mediante “la grazia degli Apostoli” che, fra i vari doni, “viene al primo posto” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 7]; mediante le virtù che fanno agire secondo il bene, e infine mediante le molteplici grazie speciali [chiamate “carismi”], con le quali rende i fedeli “adatti e pronti ad assumersi varie opere o uffici, utili al rinnovamento della Chiesa e allo sviluppo della sua costruzione” [Lumen gentium, 12; Apostolicam actuositatem, 3]. (CCC 2636) Le prime comunità cristiane hanno intensamente vissuto questa forma di condivisione [At 12,5; 20,36; 21,5; 2Cor 9,14]. L'Apostolo Paolo le rende così partecipi del suo ministero del Vangelo [Ef 6,18-20; Col 4,3-4; 1Ts 5,25], ma intercede anche per esse [Fil 1,3-4; Col 1,3; 2Ts 1,11]. L'intercessione dei cristiani non conosce frontiere: “per tutti gli uomini… per tutti quelli che stanno al potere” (1Tm 2,1), per coloro che perseguitano [Rm 12,14], per la salvezza di coloro che rifiutano il Vangelo [Rm 10,1].

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