At 4, 1-12 Gesù: in nessun altro c’è salvezza

Capitolo 4°
(At 4, 1-12) Gesù: in nessun altro c’è salvezza

[1] Stavano ancora parlando al popolo, quando sopraggiunsero i sacerdoti, il capitano del tempio e i sadducei, [2] irritati per il fatto che essi insegnavano al popolo e annunziavano in Gesù la risurrezione dai morti. [3] Li arrestarono e li portarono in prigione fino al giorno dopo, dato che era ormai sera. [4] Molti però di quelli che avevano ascoltato il discorso credettero e il numero degli uomini raggiunse circa i cinquemila. [5] Il giorno dopo si radunarono in Gerusalemme i capi, gli anziani e gli scribi, [6] il sommo sacerdote Anna, Caifa, Giovanni, Alessandro e quanti appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti. [7] Fattili comparire davanti a loro, li interrogavano: "Con quale potere o in nome di chi avete fatto questo?". [8] Allora Pietro, pieno di Spirito Santo, disse loro: "Capi del popolo e anziani, [9] visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato ad un uomo infermo e in qual modo egli abbia ottenuto la salute, 10] la cosa sia nota a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi sano e salvo. [11] Questo Gesù è la pietra che, scartata da voi, costruttori, è diventata testata d'angolo. [12] In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati". (CCC 432) Il nome di Gesù significa che il Nome stesso di Dio è presente nella persona del Figlio suo [At 5,41; 3Gv 1,7] fatto uomo per l'universale e definitiva Redenzione dei peccati. È il nome divino che solo reca la salvezza, [Gv 3,18; At 2,21] e può ormai essere invocato da tutti perché, mediante l'Incarnazione, egli si è unito a tutti gli uomini [Rm 10,6-13] in modo tale che “non vi è altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati” (At 4,12) [At 9,14; Gc 2,7]. (CCC 452) Il Nome “Gesù” significa “Dio che salva”. Il Bambino nato dalla Vergine Maria è chiamato “Gesù” “perché salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1,21): “Non vi è altro Nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati” (At 4,12). (CCC 453) Il nome “Cristo” significa “Unto”, “Messia”. Gesù è il Cristo perché Dio lo “consacrò in Spirito Santo e potenza” (At 10,38). Egli era colui che doveva venire, [Lc 7,19] l'oggetto “della speranza d'Israele” (At 28,20). (CCC 1507) Il Signore risorto rinnova questo invio (“Nel mio nome… imporranno le mani ai malati e questi guariranno” Mc 16,17-18) e lo conferma per mezzo dei segni che la Chiesa compie invocando il suo nome. Questi segni manifestano in modo speciale che Gesù è veramente “Dio che salva”. (CCC 1509) “Guarite gli infermi!” (Mt 10,8). Questo compito la Chiesa l'ha ricevuto dal Signore e cerca di attuarlo sia attraverso le cure che presta ai malati sia mediante la preghiera di intercessione con la quale li accompagna. Essa crede nella presenza vivificante di Cristo, medico delle anime e dei corpi. Questa presenza è particolarmente operante nei sacramenti e in modo tutto speciale nell'Eucaristia, pane che dà la vita eterna e al cui legame con la salute del corpo san Paolo allude.

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