1 Cor 10, 11 Scritte per noi e la fine dei tempi

(1 Cor 10, 11) Scritte per noi e la fine dei tempi
[11] Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per ammonimento nostro, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi. (CCC 117) Il senso spirituale. Data l'unità del disegno di Dio, non soltanto il testo della Scrittura, ma anche le realtà e gli avvenimenti di cui parla possono essere dei segni. 1. Il senso allegorico. Possiamo giungere ad una comprensione più profonda degli avvenimenti se riconosciamo il loro significato in Cristo; così, la traversata del Mar Rosso è un segno della vittoria di Cristo, e quindi del Battesimo [1Cor 10,2]. 2. Il senso morale. Gli avvenimenti narrati nella Scrittura possono condurci ad agire rettamente. Sono stati scritti per ammonimento nostro” (1Cor 10,11) [Eb 3-4,11]. 3. Il senso anagogico. Possiamo vedere certe realtà e certi avvenimenti nel loro significato eterno, che ci conduce (in greco: “anagoge”) verso la nostra Patria. Così la Chiesa sulla terra è segno della Gerusalemme celeste [Ap 21,1-22,5]. (CCC 118) Un distico medievale riassume il significato dei quattro sensi: “Littera gesta docet, quid credas allegoria, moralis quid agas, quo tendas anagogia” (Agostino di Dacia, Rotulus pugillaris I). “La lettera insegna i fatti, l'allegoria che cosa credere, il senso morale che cosa fare, e l'anagogia dove tendere”. (CCC 128 La Chiesa), fin dai tempi apostolici, [1Cor 10,6.11; Eb 10,1; 1Pt 3,21] e poi costantemente nella sua Tradizione, ha messo in luce l'unità del piano divino nei due Testamenti grazie alla tipologia. Questa nelle opere di Dio dell'Antico Testamento ravvisa delle prefigurazioni di ciò che Dio, nella pienezza dei tempi, ha compiuto nella Persona del suo Figlio incarnato. (CCC 129) I cristiani, quindi, leggono l'Antico Testamento alla luce di Cristo morto e risorto. La lettura tipologica rivela l'inesauribile contenuto dell'Antico Testamento. Questa non deve indurre però a dimenticare che esso conserva il valore suo proprio di rivelazione che lo stesso nostro Signore ha riaffermato [Mc 12,29-31]. Pertanto, anche il Nuovo Testamento esige d'essere letto alla luce dell'Antico. La primitiva catechesi cristiana vi farà costantemente ricorso [1Cor 5,6-8; 10,1-11]. Secondo un antico detto, il Nuovo Testamento è nascosto nell'Antico, mentre l'Antico è svelato nel Nuovo: “Novum in Vetere latet et in Novo Vetus patet” [Sant'Agostino, Quaestiones in Heptateucum, 2, 73: PL 34, 623; Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 16]. (CCC 130) La tipologia esprime il dinamismo verso il compimento del piano divino, quando “Dio sarà tutto in tutti” (1Cor 15,28). Anche la vocazione dei patriarchi e l'Esodo dall'Egitto, per esempio, non perdono il valore che è loro proprio nel piano divino, per il fatto di esserne, al tempo stesso, tappe intermedie.

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