1 Cor 15, 50-54 Noi saremo trasformati

(1 Cor 15, 50-54) Noi saremo trasformati
[50] Questo vi dico, o fratelli: la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare l'incorruttibilità. [51] Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati, [52] in un istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati. [53] È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità. [54] Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata ingoiata per la vittoria. (CCC 1007) La morte è il termine della vita terrena. Le nostre vite sono misurate dal tempo, nel corso del quale noi cambiamo, invecchiamo e, come per tutti gli esseri viventi della terra, la morte appare come la fine normale della vita. Questo aspetto della morte comporta un’urgenza per le nostre vite: infatti il far memoria della nostra mortalità serve anche a ricordarci che abbiamo soltanto un tempo limitato per realizzare la nostra esistenza.Ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza […] prima che ritorni la polvere alla terra, com’era prima, e lo spirito torni a Dio che lo ha dato” (Qo 12,1.7). (CCC 1011) Nella morte, Dio chiama a sé l'uomo. Per questo il cristiano può provare nei riguardi della morte un desiderio simile a quello di san Paolo: “il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo” (Fil 1,23); e può trasformare la sua propria morte in un atto di obbedienza e di amore verso il Padre, sull'esempio di Cristo [Lc 23,46]: “Ogni mio desiderio terreno è crocifisso; […] un'acqua viva mormora dentro di me e mi dice: “Vieni al Padre! [Sant'Ignazio di Antiochia, Epistula ad Romanos, 7, 2]. “Voglio vedere Dio, ma per vederlo bisogna morire” [Santa Teresa di Gesù, Poesia, 7]. “Non muoio, entro nella vita” [Santa Teresa di Gesù Bambino, Lettere (9 giugno 1897)]. (CCC 1015) “La carne è il cardine della salvezza” (Tertulliano, De resurrectione mortuorum, 8, 2). Noi crediamo in Dio che è il Creatore della carne; crediamo nel Verbo fatto carne per riscattare la carne; crediamo nella risurrezione della carne, compimento della creazione e della redenzione della carne. (CCC 1016) Con la morte l'anima viene separata dal corpo, ma nella risurrezione Dio tornerà a dare la vita incorruttibile al nostro corpo trasformato, riunendolo alla nostra anima. Come Cristo è risorto e vive per sempre, così tutti noi risusciteremo nell'ultimo giorno.

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