1 Cor 9, 19-23 Mi sono fatto servo di tutti

(1 Cor 9, 19-23) Mi sono fatto servo di tutti
[19] Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero: [20] mi sono fatto Giudeo con i Giudei, per guadagnare i Giudei; con coloro che sono sotto la legge sono diventato come uno che è sotto la legge, pur non essendo sotto la legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono sotto la legge. [21] Con coloro che non hanno legge sono diventato come uno che è senza legge, pur non essendo senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo, per guadagnare coloro che sono senza legge. [22] Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. [23] Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro. (CCC 876) Alla natura sacramentale del ministero ecclesiale è intrinsecamente legato il carattere di servizio. I ministri, infatti, in quanto dipendono interamente da Cristo, il quale conferisce missione e autorità, sono veramente “servi di Cristo [Rm 1,1], ad immagine di lui che ha assunto liberamente per noi “la condizione di servo(Fil 2,7). Poiché la parola e la grazia di cui sono i ministri non sono loro, ma di Cristo che le ha loro affidate per gli altri, essi si faranno liberamente servi di tutti [1Cor 9,19]. (CCC 24) […] Colui che insegna deve “farsi tutto a tutti” (1Cor 9,22) per guadagnare tutti a Gesù Cristo [...] In primo luogo non pensi che le anime a lui affidate abbiano tutte lo stesso livello. Non si può perciò con un metodo unico ed invariabile istruire e formare i fedeli alla vera devozione. Poiché taluni sono come bambini appena nati, altri cominciano appena a crescere in Cristo, altri infine appaiono effettivamente già adulti, è necessario considerare con diligenza chi ha bisogno del latte e chi del cibo solido […]. L’Apostolo indicò tal dovere […], che cioè coloro che sono chiamati al ministero della predicazione devono, nel trasmettere l'insegnamento dei misteri della fede e delle norme dei costumi, adattare opportunamente la propria personale cultura all'intelligenza e alle facoltà degli ascoltatori [Catechismo Romano, Prefazione, 11].

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