2 Co 1, 5-7 Sofferenti e consolati in Cristo

(2 Co 1, 5-7) Sofferenti e consolati in Cristo
[5] Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. [6] Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale si dimostra nel sopportare con forza le medesime sofferenze che anche noi sopportiamo. [7] La nostra speranza nei vostri riguardi è ben salda, convinti che come siete partecipi delle sofferenze così lo siete anche della consolazione. (CCC 2734) La fiducia filiale è messa alla prova - e si manifesta - nella tribolazione [Rm 5,3-5]. La difficoltà principale riguarda la preghiera di domanda, nell'intercessione per sé o per gli altri. Alcuni smettono perfino di pregare perché, pensano, la loro supplica non è esaudita. Qui si pongono due interrogativi: Perché riteniamo che la nostra domanda non sia stata esaudita? In che modo la nostra preghiera è esaudita, è “efficace”? (CCC 2735) Una costatazione dovrebbe innanzi tutto sorprenderci. Quando lodiamo Dio o gli rendiamo grazie per i suoi benefici in generale, noi non ci preoccupiamo affatto di sapere se la nostra preghiera gli è gradita. Invece abbiamo la pretesa di vedere il risultato della nostra domanda. Qual è, dunque, l'immagine di Dio che motiva la nostra preghiera: un mezzo di cui servirci oppure il Padre del Signore nostro Gesù Cristo? (CCC 556) Alla soglia della vita pubblica: il battesimo; alla soglia della pasqua: la trasfigurazione. Col battesimo di Gesù “declaratum fuit mysterium primae regenerationis - fu manifestato il mistero della prima rigenerazione: il nostro Battesimo”; la trasfigurazione “est sacramentum secundae regenerationis - è il sacramento della seconda rigenerazione: la nostra risurrezione” [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, III, 45, 4, ad 2]. Fin d'ora noi partecipiamo alla risurrezione del Signore mediante lo Spirito Santo che agisce nel sacramento del corpo di Cristo. La trasfigurazione ci offre un anticipo della venuta gloriosa di Cristo “il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso” (Fil 3,21). Ma ci ricorda anche che “è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio” (At 14,22): “Pietro non lo capiva ancora quando sul monte desiderava vivere con Cristo” [Lc 9,33]. Questa felicità Cristo te la riservava dopo la morte, o Pietro. Ora invece egli stesso ti dice: Discendi ad affaticarti sulla terra, a servire sulla terra, a essere disprezzato, a essere crocifisso sulla terra. È discesa la vita per essere uccisa; è disceso il pane per sentire la fame; è discesa la via, perché sentisse la stanchezza del cammino; è discesa la sorgente per aver sete; e tu rifiuti di soffrire? [Sant'Agostino, Sermo 78, 6: PL 38, 492-493].

Post più popolari