2 Co 1, 8-11 Egli ci ha liberato e ci libererà

(2 Co 1, 8-11) Egli ci ha liberato e ci libererà
[8] Non vogliamo infatti che ignoriate, fratelli, come la tribolazione che ci è capitata in Asia ci ha colpiti oltre misura, al di là delle nostre forze, sì da dubitare anche della vita. [9] Abbiamo addirittura ricevuto su di noi la sentenza di morte per imparare a non riporre fiducia in noi stessi, ma nel Dio che risuscita i morti. [10] Da quella morte però egli ci ha liberato e ci libererà, per la speranza che abbiamo riposto in lui, che ci libererà ancora, [11] grazie alla vostra cooperazione nella preghiera per noi, affinché per il favore divino ottenutoci da molte persone, siano rese grazie per noi da parte di molti. (CCC 1748) “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi” (Gal 5,1). (CCC 1741) Liberazione e salvezza. Con la sua croce gloriosa Cristo ha ottenuto la salvezza di tutti gli uomini. Li ha riscattati dal peccato che li teneva in schiavitù. “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi” (Gal 5,1). In lui abbiamo comunione con “la verità” che ci fa “liberi” (Gv 8,32). Ci è stato donato lo Spirito Santo e, come insegna l'Apostolo, “dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà” (2Cor 3,17). Fin d'ora ci gloriamo della libertà dei figli di Dio (Rm 8,21). (CCC 1742) Libertà e grazia. La grazia di Cristo non si pone affatto in concorrenza con la nostra libertà, quando questa è in sintonia con il senso della verità e del bene che Dio ha messo nel cuore dell'uomo. Al contrario, e l'esperienza cristiana lo testimonia specialmente nella preghiera, quanto più siamo docili agli impulsi della grazia, tanto più cresce la nostra libertà interiore e la sicurezza nelle prove come pure di fronte alle pressioni e alle costrizioni del mondo esterno. Con l'azione della grazia, lo Spirito Santo ci educa alla libertà spirituale per fare di noi dei liberi collaboratori della sua opera nella Chiesa e nel mondo: “Dio grande e misericordioso, allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di Te, perché, nella serenità del corpo e dello spirito, possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio” (Domenica XXXII del Tempo Ordinario, Colletta, Messale Romano). (CCC 2854) Chiedendo di essere liberati dal male, noi preghiamo nel contempo per essere liberati da tutti i mali, presenti, passati e futuri, di cui [il maligno] è l'artefice o l'istigatore. In quest'ultima domanda la Chiesa porta davanti al Padre tutta la miseria del mondo. Insieme con la liberazione dai mali che schiacciano l'umanità, la Chiesa implora il dono prezioso della pace e la grazia dell'attesa perseverante del ritorno di Cristo. Pregando così, anticipa nell'umiltà della fede la ricapitolazione di tutti e di tutto in colui che ha “potere sopra la morte e sopra gli inferi” (Ap 1,18), “colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!” (Ap 1,8) [Ap 1,4]. “Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo” [Riti di Comunione (Embolismo): Messale Romano].

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