2 Co 12, 1-6 Fu rapito in paradiso

Capitolo 12°
(2 Co 12, 1-6) Fu rapito in paradiso

[1] Bisogna vantarsi? Ma ciò non conviene! Pur tuttavia verrò alle visioni e alle rivelazioni del Signore. [2] Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa - se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito fino al terzo cielo. [3] E so che quest'uomo - se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio - [4] fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare. [5] Di lui io mi vanterò! Di me stesso invece non mi vanterò fuorchè delle mie debolezze. [6] Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato, perché direi solo la verità; ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi di più di quello che vede o sente da me. (CCC 1720) Il Nuovo Testamento usa parecchie espressioni per caratterizzare la beatitudine alla quale Dio chiama l'uomo: l'avvento del regno di Dio [Mt 4,17]; la visione di Dio: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5,8); [1Gv 3,2; 1Cor 13,12] l'entrata nella gioia del Signore [Mt 25,21.23]; l'entrata nel riposo di Dio [Eb 4,7-11]: “Là noi riposeremo e vedremo; vedremo e ameremo; ameremo e loderemo. Ecco ciò che alla fine sarà, senza fine. E quale altro fine abbiamo, se non di giungere al regno che non avrà fine?” [Sant'Agostino, De civitate Dei, 22, 30: PL 41, 804]. (CCC 1721) Dio infatti ci ha creati per conoscerlo, servirlo e amarlo, e così giungere in paradiso. La beatitudine ci rende “partecipi della natura divina” [2Pt 1,4] e della vita eterna [Gv 17,3]. Con essa, l'uomo entra nella gloria di Cristo [Rm 8,18] e nel godimento della vita trinitaria. (CCC 1722) Una tale beatitudine oltrepassa l'intelligenza e le sole forze umane. Essa è frutto di un dono gratuito di Dio. Per questo la si dice soprannaturale, come la grazia che dispone l'uomo ad entrare nella gioia di Dio. “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”; tuttavia nella sua grandezza e nella sua mirabile gloria, “nessun uomo può vedere Dio e restare vivo”. Il Padre, infatti, è incomprensibile; ma nel suo amore, nella sua bontà verso gli uomini, e nella sua onnipotenza, arriva a concedere a coloro che lo amano il privilegio di vedere Dio […]: poiché “ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio” [Sant'Ireneo di Lione, Adversus haereses, 4, 20, 5].

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