2 Co 3, 12-18 Dov’è lo Spirito di Gesù c’è libertà

(2 Co 3, 12-18) Dov’è lo Spirito di Gesù c’è libertà
[12] Forti di tale speranza, ci comportiamo con molta franchezza [13] e non facciamo come Mosè che poneva un velo sul suo volto, perché i figli di Israele non vedessero la fine di ciò che era solo effimero. [14] Ma le loro menti furono accecate; infatti fino ad oggi quel medesimo velo rimane, non rimosso, alla lettura dell'Antico Testamento, perché è in Cristo che esso viene eliminato. [15] Fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul loro cuore; [16] ma quando ci sarà la conversione al Signore, quel velo sarà tolto. [17] Il Signore è lo Spirito e dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà. [18] E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore. (CCC 702) Dalle origini fino alla “pienezza del tempo” (Gal 4,4), la missione congiunta del Verbo e dello Spirito del Padre rimane nascosta, ma è all'opera. Lo Spirito di Dio va preparando il tempo del Messia, e l'uno e l'altro, pur non essendo ancora pienamente rivelati, vi sono già promessi, affinché siano attesi e accolti al momento della loro manifestazione. Per questo, quando la Chiesa legge l'Antico Testamento [2Cor 3,14], vi cerca [Gv 5,39.46] ciò che lo Spirito, “che ha parlato per mezzo dei profeti (Simbolo niceno-costantinopolitano: DS 150), vuole dirci di Cristo. Con il termine “profeti”, la fede della Chiesa intende in questo caso tutti coloro che furono ispirati dallo Spirito Santo nel vivo annuncio e nella redazione dei Libri Sacri, sia dell'Antico sia del Nuovo Testamento. La tradizione giudaica distingue la Legge [i primi cinque libri o Pentateuco], i Profeti [corrispondenti ai nostri libri detti storici e profetici] e gli Scritti [soprattutto sapienziali, in particolare i Salmi] [Lc 24,44]. (CCC 1094) Proprio su questa armonia dei due Testamenti [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 14-16] si articola la catechesi pasquale del Signore [Lc 24,13-49] e in seguito quella degli Apostoli e dei Padri della Chiesa. Tale catechesi svela ciò che rimaneva nascosto sotto la lettera dell'Antico Testamento: il mistero di Cristo. Essa è chiamata “tipologica” in quanto rivela la novità di Cristo a partire dalle “figure” (tipi) che lo annunziavano nei fatti, nelle parole e nei simboli della prima Alleanza. Attraverso questa rilettura nello Spirito di verità a partire da Cristo, le figure vengono svelate [2Cor 3,14-16]. Così, il diluvio e l'arca di Noè prefiguravano la salvezza per mezzo del Battesimo [1Pt 3,21], come pure la Nube e la traversata del Mar Rosso; l'acqua dalla roccia era figura dei doni spirituali di Cristo [1Cor 10,1-6]; la manna nel deserto prefigurava l'Eucaristia, “il vero Pane dal cielo” [Gv 6,32]. (CCC 1741) Con la sua croce gloriosa Cristo ha ottenuto la salvezza di tutti gli uomini. Li ha riscattati dal peccato che li teneva in schiavitù. “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi” (Gal 5,1). In lui abbiamo comunione con “la verità” che ci fa “liberi” (Gv 8,32). Ci è stato donato lo Spirito Santo e, come insegna l'Apostolo, “dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà” (2Cor 3,17). Fin d'ora ci gloriamo della libertà dei figli di Dio (Rm 8,21). (CCC 693) Oltre al suo nome proprio, che è il più usato negli Atti degli Apostoli e nelle Lettere, in san Paolo troviamo gli appellativi: “Spirito […] promesso” [Ef 1,13; Gal 3,14], “Spirito da figli adottivi” [Rm 8,15; Gal 4,6], “Spirito di Cristo” (Rm 8,9), “Spirito del Signore” (2Cor 3,17), “Spirito di Dio” (Rm 8,9.14; 15,19; 1Cor 6,11; 7,40) e, in san Pietro, “Spirito della gloria” (1Pt 4,14).

Post più popolari