Ef 3, 13-16 Dal Padre ogni paternità

(Ef 3, 13-16) Dal Padre ogni paternità
[13] Vi prego quindi di non perdervi d'animo per le mie tribolazioni per voi; sono gloria vostra. [14] Per questo, dico, io piego le ginocchia davanti al Padre, [15] dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome, [16] perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell'uomo interiore. (CCC 239) Chiamando Dio con il nome di “Padre”, il linguaggio della fede mette in luce soprattutto due aspetti: che Dio è origine primaria di tutto e autorità trascendente, e che, al tempo stesso, è bontà e sollecitudine d'amore per tutti i suoi figli. Questa tenerezza paterna di Dio può anche essere espressa con l'immagine della maternità [Is 66,13; Sal 131,2], che indica ancor meglio l'immanenza di Dio, l'intimità tra Dio e la sua creatura. Il linguaggio della fede si rifà così all'esperienza umana dei genitori che, in certo qual modo, sono per l'uomo i primi rappresentanti di Dio. Tale esperienza, però, mostra anche che i genitori umani possono sbagliare e sfigurare il volto della paternità e della maternità. Conviene perciò ricordare che Dio trascende la distinzione umana dei sessi. Egli non è né uomo né donna, egli è Dio. Trascende pertanto la paternità e la maternità umane [Sal 27,10], pur essendone l'origine e il modello [Ef 3,14; Is 49,15]: nessuno è padre quanto Dio. (CCC 2214) La paternità divina è la sorgente della paternità umana [Ef 3,15]; è la paternità divina che fonda l'onore dovuto ai genitori. Il rispetto dei figli, minorenni o adulti, per il proprio padre e la propria madre [Pr 1,8; Tb 4,3-4], si nutre dell'affetto naturale nato dal vincolo che li unisce. Questo rispetto è richiesto dal comando divino [Es 20,12]. (CCC 1995) Lo Spirito Santo è il maestro interiore. Dando vita all'“uomo interiore” (Rm 7,22; Ef 3,16), la giustificazione implica la santificazione di tutto l'essere: “Come avete messo le vostre membra a servizio dell'impurità e dell'iniquità a pro dell'iniquità, così ora mettete le vostre membra a servizio della giustizia per la vostra santificazione […]. Ora, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione e come destino avete la vita eterna (Rm 6,19.22).

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