Ef 6, 18-22 Pregate incessantemente nello Spirito

(Ef 6, 18-22) Pregate incessantemente nello Spirito
[18] Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi, [19] e anche per me, perché quando apro la bocca mi sia data una parola franca, per far conoscere il mistero del vangelo, [20] del quale sono ambasciatore in catene, e io possa annunziarlo con franchezza come è mio dovere. [21] Desidero che anche voi sappiate come sto e ciò che faccio; di tutto vi informerà Tìchico, fratello carissimo e fedele ministro nel Signore. [22] Ve lo mando proprio allo scopo di farvi conoscere mie notizie e per confortare i vostri cuori. (CCC 2744) Pregare è una necessità vitale. La prova contraria non è meno convincente: se non ci lasciamo guidare dallo Spirito, ricadiamo sotto la schiavitù del peccato [Gal 5,16-25]. Come può lo Spirito Santo essere la “nostra vita”, se il nostro cuore è lontano da lui? “Niente vale quanto la preghiera; essa rende possibile ciò che è impossibile, facile ciò che è difficile. E' impossibile che cada in peccato l'uomo che prega” [San Giovanni Crisostomo, De Anna, sermo 4, 5: PG 54, 666]. “Chi prega, certamente si salva; chi non prega certamente si danna” [Sant'Alfonso de Liguori, Del gran mezzo della preghiera, parte 1, c. 1]. (CCC 2752) La preghiera suppone uno sforzo e una lotta contro noi stessi e contro le insidie del tentatore. Il combattimento della preghiera è inseparabile dal “combattimento spirituale”, necessario per agire abitualmente secondo lo Spirito di Cristo: si prega come si vive, perché si vive come si prega. (CCC 2635) Intercedere, chiedere in favore di un altro, dopo Abramo, è la prerogativa di un cuore in sintonia con la misericordia di Dio. Nel tempo della Chiesa, l'intercessione cristiana partecipa a quella di Cristo: è espressione della comunione dei santi. Nell'intercessione, colui che prega non cerca solo “il proprio interesse, ma anche quello degli altri” (Fil 2,4), fino a pregare per coloro che gli fanno del male [S. Stefano prega per i suoi uccisori, come Gesù: At 7,60; Lc 23,28.34]. (CCC 2636) Le prime comunità cristiane hanno intensamente vissuto questa forma di condivisione [At 12,5; 20,36; 21,5; 2Cor 9,14]. L'Apostolo Paolo le rende così partecipi del suo ministero del Vangelo [Ef 6,18-20; Col 4,3-4; 1Ts 5,25], ma intercede anche per esse [Fil 1,3-4; Col 1,3; 2Ts 1,11]. L'intercessione dei cristiani non conosce frontiere: “per tutti gli uomini […] per tutti quelli che stanno al potere” (1Tm 2,1), per coloro che perseguitano [Rm 12,14], per la salvezza di coloro che rifiutano il Vangelo [Rm 10,1].

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