Fil 1, 23-26 Assai meglio essere Con Cristo

(Fil 1, 23-26) Assai meglio essere Con Cristo
[23] Sono messo alle strette infatti tra queste due cose: da una parte il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; [24] d'altra parte, è più necessario per voi che io rimanga nella carne. [25] Per conto mio, sono convinto che resterò e continuerò a essere d'aiuto a voi tutti, per il progresso e la gioia della vostra fede, [26] perché il vostro vanto nei miei riguardi cresca sempre più in Cristo, con la mia nuova venuta tra voi. (CCC 1012) La visione cristiana della morte [1Ts 4,13-14] è espressa in modo impareggiabile nella liturgia della Chiesa: “Ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un'abitazione eterna nel cielo” [Prefazio dei defunti, I: Messale Romano]. (CCC 1005) Per risuscitare con Cristo, bisogna morire con Cristo, bisogna «andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore» (2 Cor 5, 8). In questo «essere sciolto» (Fil 1, 23) che è la morte, l’anima viene separata dal corpo. Essa sarà riunita al suo corpo il giorno della risurrezione dei morti [Paolo VI, Credo del popolo di Dio, 28]. (CCC 1021) La morte pone fine alla vita dell'uomo come tempo aperto all'accoglienza o al rifiuto della grazia divina apparsa in Cristo [2Tm 1,9-10]. Il Nuovo Testamento parla del giudizio principalmente nella prospettiva dell'incontro finale con Cristo alla sua seconda venuta, ma afferma anche, a più riprese, l'immediata retribuzione che, dopo la morte, sarà data a ciascuno in rapporto alle sue opere e alla sua fede. La parabola del povero Lazzaro [Lc 16,22] e la parola detta da Cristo in croce al buon ladrone [Lc 23,43] così come altri testi del Nuovo Testamento [2Cor 5,8; Fil 1,23; Eb 9,27; 12,23] parlano di una sorte ultima dell'anima [Mt 16,26] che può essere diversa per le une e per le altre. (CCC 1025) Vivere in cielo è “essere con Cristo [Gv 14,3; Fil 1,23; 1Ts 4,17]. Gli eletti vivono “in lui”, ma conservando, anzi, trovando la loro vera identità, il loro proprio nome [Ap 2,17]: “Vita est enim esse cum Christo; ideo ubi Christus, ibi vita, ibi regnum - La vita, infatti, è stare con Cristo, perché dove c'è Cristo, là c'è la vita, là c'è il Regno” [Sant'Ambrogio, Expositio evangelii secundum Lucam, 10, 121: PL 15, 1927].

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