Fil 2, 11 Gesù Cristo è il Signore

(Fil 2, 11) Gesù Cristo è il Signore
[11] E ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre. (CCC 461) Riprendendo l'espressione di san Giovanni (“Il Verbo si fece carne”: Gv 1,14), la Chiesa chiama “incarnazione” il fatto che il Figlio di Dio abbia assunto una natura umana per realizzare in essa la nostra salvezza. La Chiesa canta il mistero dell'incarnazione in un inno riportato da san Paolo: “Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2,5-8) [Cantico dei Primi Vespri della Domenica: Liturgia delle Ore]. (CCC 449) Attribuendo a Gesù il titolo divino di Signore, le prime confessioni di fede della Chiesa affermano, fin dall'inizio [At 2,34-36], che la potenza, l'onore e la gloria dovuti a Dio Padre convengono anche a Gesù [Rm 9,5; Tt 2,13; Ap 5,13], perché egli è di “natura divina” (Fil 2,6) e perché il Padre ha manifestato questa signoria di Gesù risuscitandolo dai morti ed esaltandolo nella sua gloria [Rm 10,9; 1Cor 12,3; Fil 2,9-11]. (CCC 2812) Infine, è in Gesù che il Nome del Dio Santo ci viene rivelato e donato, nella carne, come Salvatore [Mt 1,21; Lc 1,31]: rivelato da ciò che egli È, dalla sua parola e dal suo sacrificio [Gv 8,28; 17,8; 17,17-19]. È il cuore della sua preghiera sacerdotale: “Padre santo, “per loro io consacro me stesso; perché siano anch'essi consacrati nella verità” (Gv 17,19). È perché egli stesso “santifica” il suo nome [Ez 20,39; 36,20-21] che Gesù ci fa conoscere il nome del Padre [Gv 17,6]. Compiuta la sua pasqua, il Padre gli dà “il nome che è al di sopra di ogni altro nome”: Gesùè il Signore a gloria di Dio Padre” (Fil 2,9-11).

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