1 Tm 6, 17-19 Riporre la speranza in Dio pronti a dare

(1 Tm 6, 17-19) Riporre la speranza in Dio pronti a dare
[17] Ai ricchi in questo mondo raccomanda di non essere orgogliosi, di non riporre la speranza sull'incertezza delle ricchezze, ma in Dio, che tutto ci dà con abbondanza perché ne possiamo godere; [18] di fare del bene, di arricchirsi di opere buone, di essere pronti a dare, di essere generosi, [19] mettendosi così da parte un buon capitale per il futuro, per acquistarsi la vita vera.
(CCC 2552) Il decimo comandamento proibisce la sfrenata cupidigia generata dalla brama smodata delle ricchezze e del potere insito in esse. (CCC 2544) Ai suoi discepoli Gesù chiede di preferirlo a tutto e a tutti, e propone di “rinunziare a tutti” i loro “averi” (Lc 14,33) per lui e per il Vangelo [Mc 8,35]. Poco prima della sua Passione ha additato loro come esempio la povera vedova di Gerusalemme, la quale, nella sua miseria, ha dato tutto quanto aveva per vivere [Lc 21,4]. Il precetto del distacco dalle ricchezze è vincolante per entrare nel Regno dei cieli. (CCC 2547) Il Signore apostrofa i ricchi, perché trovano la loro consolazione nell'abbondanza dei beni (Lc 6,24). “Il superbo cerca la potenza terrena, mentre il povero in spirito cerca il regno dei cieli” [Sant'Agostino, De sermone Domini in monte, 1, 1, 3: PL 34, 1232]. L'abbandono alla provvidenza del Padre del cielo libera dall'apprensione per il domani [Mt 6,25-34]. La fiducia in Dio prepara alla beatitudine dei poveri. Essi vedranno Dio. (CCC 2446) San Giovanni Crisostomo lo ricorda con forza: “Non condividere con i poveri i propri beni è defraudarli e togliere loro la vita. Non sono nostri i beni che possediamo: sono dei poveri” [San Giovanni Crisostomo, In Lazarum, 1, 6: PG 48, 992]. “Siano anzitutto adempiuti gli obblighi di giustizia perché non si offra come dono di carità ciò che è già dovuto a titolo di giustizia” [Conc. Ecum. Vat. II, Apostolicam actuositatem, 8]. “Quando doniamo ai poveri le cose indispensabili, non facciamo loro delle elargizioni personali, ma rendiamo loro ciò che è loro. Più che compiere un atto di carità, adempiamo un dovere di giustizia” [San Gregorio Magno, Regula pastoralis, 3, 21, 45: PL 77, 87].

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