Eb 12, 4-8 Non disprezzare la correzione del Signore
(Eb 12, 4-8) Non disprezzare la correzione del Signore
[4] Non avete ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il peccato [5] e avete già dimenticato l'esortazione a voi rivolta come a figli: Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d'animo quando sei ripreso da lui; [6] perché il Signore corregge colui che egli ama e sferza chiunque riconosce come figlio. [7] È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non è corretto dal padre? [8] Se siete senza correzione, mentre tutti ne hanno avuto la loro parte, siete bastardi, non figli!
(CCC 2061) I comandamenti ricevono il loro pieno significato all'interno dell'Alleanza. Secondo la Scrittura, l'agire morale dell'uomo prende tutto il proprio senso nell’Alleanza e per essa. La prima delle “dieci parole” ricorda l'iniziativa d'amore di Dio per il suo popolo: “Poiché l'uomo, per castigo del peccato, era venuto dal paradiso della libertà alla schiavitù di questo mondo, per questo la prima parola del Decalogo, cioè la prima voce dei comandamenti di Dio, tratta della libertà dicendo: Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese di Egitto, dalla condizione di schiavitù” (Es 20,2; Dt 5,6) [Origene, In Exodum homilia, 8, 1: PG 12, 350]. (CCC 2090) Quando Dio si rivela e chiama l'uomo, questi non può rispondere pienamente all'amore divino con le sue proprie forze. Deve sperare che Dio gli donerà la capacità di contraccambiare il suo amore e di agire conformemente ai comandamenti della carità. La speranza è l'attesa fiduciosa della benedizione divina e della beata visione di Dio; è anche il timore di offendere l'amore di Dio e di provocare il castigo.