Gc 1, 16-17 Ogni dono perfetto viene dal Padre
(Gc 1, 16-17) Ogni dono perfetto viene dal Padre
[16] Non andate fuori strada, fratelli miei carissimi; [17] ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dall'alto e discende dal Padre della luce, nel quale non c'è variazione né ombra di cambiamento.
(CCC 212) Lungo i secoli, la fede d'Israele ha potuto sviluppare ed approfondire le ricchezze contenute nella rivelazione del nome divino. Dio è unico, fuori di lui non ci sono dei [Is 44,6]. Egli trascende il mondo e la storia. È lui che ha fatto il cielo e la terra: “essi periranno, ma tu rimani, tutti si logorano come veste […] ma tu resti lo stesso e i tuoi anni non hanno fine” (Sal 102,27-28). In lui “non c'è variazione né ombra di cambiamento” (Gc 1,17). Egli è “colui che è” da sempre e per sempre, e perciò resta sempre fedele a se stesso ed alle sue promesse. (CCC 2642) La Rivelazione delle “cose che devono presto accadere”, l'Apocalisse, poggia sui cantici della Liturgia celeste [Ap 4,8-11; 5,9-14; 7,10-12], ma anche sull'intercessione dei “testimoni” (martiri: Ap 6,10 ). I profeti e i santi, tutti coloro che furono uccisi sulla terra per la testimonianza da loro data a Gesù [Ap 18,24], l'immensa folla di coloro che, venuti dalla grande tribolazione, ci hanno preceduto nel Regno, cantano la lode di gloria di colui che siede sul trono e dell'Agnello [Ap 19,1-8]. In comunione con loro, anche la Chiesa della terra canta questi cantici, nella fede e nella prova. La fede, nella domanda e nell'intercessione, spera contro ogni speranza e rende grazie al Padre della luce, dal quale discende ogni dono perfetto (Gc 1,17). La fede è così una pura lode.