Gc 5, 16b-20 Molto vale la preghiera del giusto

(Gc 5, 16b-20) Molto vale la preghiera del giusto
[16b] Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza. [17] Elia era un uomo della nostra stessa natura: pregò intensamente che non piovesse e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi. [18] Poi pregò di nuovo e il cielo diede la pioggia e la terra produsse il suo frutto. [19] Fratelli miei, se uno di voi si allontana dalla verità e un altro ve lo riconduce, [20] costui sappia che chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore, salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati.
(CCC 2582) Elia è il padre dei profeti, della generazione di coloro che cercano Dio, che cercano il suo Volto [Sal 24,6]. Il suo Nome, “il Signore è il mio Dio”, annuncia il grido del popolo in risposta alla sua preghiera sul monte Carmelo [1Re 18,39]. San Giacomo rimanda a lui, per esortarci alla preghiera: “Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza” (Gc 5,16b). (CCC 545) Gesù invita i peccatori alla mensa del Regno: “Non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori”(Mc 2,17; cf 1 Tm 1,15). Li invita alla conversione, senza la quale non si può entrare nel Regno, ma nelle parole e nelle azioni mostra loro l'infinita misericordia del Padre suo per loro [Lc 15,11-32] e l'immensa “gioia [che] ci sarà in cielo per un peccatore convertito” (Lc 15,7). La prova suprema di tale amore sarà il sacrificio della propria vita “in remissione dei peccati” (Mt 26,28). (CCC 1443) Durante la sua vita pubblica, Gesù non ha soltanto perdonato i peccati; ha pure manifestato l'effetto di questo perdono: egli ha reintegrato i peccatori perdonati nella comunità del popolo di Dio, dalla quale il peccato li aveva allontanati o persino esclusi. Un segno chiaro di ciò è il fatto che Gesù ammette i peccatori alla sua tavola; più ancora, egli stesso siede alla loro mensa, gesto che esprime in modo sconvolgente il perdono di Dio [Lc 15] e, nello stesso tempo, il ritorno in seno al popolo di Dio [Lc 19,9]. (CCC 1444) Rendendo gli Apostoli partecipi del suo proprio potere di perdonare i peccati, il Signore dà loro anche l'autorità di riconciliare i peccatori con la Chiesa. Tale dimensione ecclesiale del loro ministero trova la sua più chiara espressione nella solenne parola di Cristo a Simon Pietro: “A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli” (Mt 16,19). Questo “incarico di legare e di sciogliere, che è stato dato a Pietro, risulta essere stato pure concesso al collegio degli Apostoli, unito col suo capo” [Mt 18,18; 28,16-20; Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 22].

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