1Gv 2, 1 Abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù
Capitolo 2
(1Gv 2, 1) Abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù[1] Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto.
(CCC 519) Tutta la ricchezza di Cristo è destinata ad ogni uomo e costituisce il bene di ciascuno [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptor hominis, 11]. Cristo non ha vissuto la sua vita per sé, ma per noi, dalla sua incarnazione “per noi uomini e per la nostra salvezza” (Simbolo niceno-costantinopolitano: DS 150) fino alla sua morte “per i nostri peccati” (1Cor 15,3) e alla sua risurrezione “per la nostra giustificazione” (Rm 4,25). E anche adesso, è nostro avvocato “presso il Padre” (1Gv 2,1), “essendo sempre vivo per intercedere” a nostro favore (Eb 7,25). Con tutto ciò che ha vissuto e sofferto per noi una volta per tutte, egli resta sempre “al cospetto di Dio in nostro favore” (Eb 9,24). (CCC 2634) L'intercessione è una preghiera di domanda che ci conforma da vicino alla preghiera di Gesù. E' lui l'unico intercessore presso il Padre in favore di tutti gli uomini, particolarmente dei peccatori [Rm 8,34; 1Gv 2,1; 1Tm 2,5-8]. Egli “può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a loro favore” (Eb 7,25). Lo Spirito Santo stesso “intercede […], poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio” (Rm 8,26-27).