Ap 2, 12-17 Ravvediti, al vincitore darò un nome nuovo
(Ap 2, 12-17) Ravvediti, al vincitore darò un nome nuovo
[12] All'angelo della Chiesa di Pèrgamo scrivi: Così parla Colui che ha la spada affilata a due tagli: [13] So che abiti dove satana ha il suo trono; tuttavia tu tieni saldo il mio nome e non hai rinnegato la mia fede neppure al tempo in cui Antìpa, il mio fedele testimone, fu messo a morte nella vostra città, dimora di satana. [14] Ma ho da rimproverarti alcune cose: hai presso di te seguaci della dottrina di Balaàm, il quale insegnava a Balak a provocare la caduta dei figli d'Israele, spingendoli a mangiare carni immolate agli idoli e ad abbandonarsi alla fornicazione. [15] Così pure hai di quelli che seguono la dottrina dei Nicolaìti. [16] Ravvediti dunque; altrimenti verrò presto da te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca. [17] Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Al vincitore darò la manna nascosta e una pietruzza bianca sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all'infuori di chi la riceve.
(CCC 1429) Lo testimonia la conversione di san Pietro dopo il triplice rinnegamento del suo Maestro. Lo sguardo d'infinita misericordia di Gesù provoca le lacrime del pentimento (Lc 22,61) e, dopo la risurrezione del Signore, la triplice confessione del suo amore per lui [Gv 21,15-17]. La seconda conversione ha pure una dimensione comunitaria. Ciò appare nell'appello del Signore ad un'intera Chiesa: “Ravvediti!” (Ap 2,5; 2,16). A proposito delle due conversioni sant'Ambrogio dice che: “La Chiesa ha l'acqua e le lacrime: l'acqua del Battesimo e le lacrime della Penitenza” [Sant'Ambrogio, Epistula extra collectionem, 1 [41], 12: PL 16, 1116]. (CCC 1025) Vivere in cielo è “essere con Cristo” [Gv 14,3; Fil 1,23; 1Ts 4,17]. Gli eletti vivono “in lui”, ma conservando, anzi, trovando la loro vera identità, il loro proprio nome [Ap 2,17]: “Vita est enim esse cum Christo; ideo ubi Christus, ibi vita, ibi regnum - La vita, infatti, è stare con Cristo, perché dove c'è Cristo, là c'è la vita, là c'è il Regno” [Sant'Ambrogio, Expositio evangelii secundum Lucam, 10, 121: PL 15, 1927]. (CCC 2159) Il nome ricevuto è un nome eterno. Nel Regno, il carattere misterioso ed unico di ogni persona segnata dal nome di Dio risplenderà in piena luce. “Al vincitore darò […] una pietruzza bianca sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all'infuori di chi la riceve” (Ap 2,17). “Poi guardai ed ecco l'Agnello ritto sul monte Sion e insieme centoquarantaquattromila persone che recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo” (Ap 14,1).