Nm 12, 13-14 Mosè gridò al Signore: "Guariscila, Dio!"
(Nm 12, 13-14) Mosè gridò al Signore: "Guariscila, Dio!"
[13] Mosè gridò al Signore: "Guariscila, Dio!". [14] Il Signore rispose a Mosè: "Se suo padre le avesse sputato in viso, non ne porterebbe essa vergogna per sette giorni? Stia dunque isolata fuori dell'accampamento sette giorni; poi vi sarà di nuovo ammessa".
(CCC 2577) In questa intimità con il Dio fedele, lento all'ira e ricco di grazia [Es 34,6], Mosè ha attinto la forza e la tenacia della sua intercessione. Non prega per sé, ma per il popolo che Dio si è acquistato. Già durante il combattimento contro gli Amaleciti [Es 17,8-13] o per ottenere la guarigione di Maria [Nm 12,13-14], Mosè intercede. Ma è soprattutto dopo l'apostasia del popolo che egli sta “sulla breccia” di fronte a Dio (Sal 106,23) per salvare il popolo [Es 32,1-34,9]. Gli argomenti della sua preghiera (l'intercessione è anch'essa un misterioso combattimento) ispireranno l'audacia dei grandi oranti del popolo ebreo, come anche della Chiesa: Dio è amore; dunque, è giusto e fedele; non può contraddirsi, deve ricordarsi delle sue meravigliose gesta; è in gioco la sua gloria, non può abbandonare questo popolo che porta il suo Nome.