Is 66, 13 Come una madre così io vi consolerò

(Is 66, 13) Come una madre così io vi consolerò
[13] Come una madre consola un figlio così io vi consolerò; in Gerusalemme sarete consolati.
(CCC 239) Chiamando Dio con il nome di “Padre”, il linguaggio della fede mette in luce soprattutto due aspetti: che Dio è origine primaria di tutto e autorità trascendente, e che, al tempo stesso, è bontà e sollecitudine d'amore per tutti i suoi figli. Questa tenerezza paterna di Dio può anche essere espressa con l'immagine della maternità [Is 66,13; Sal 131,2], che indica ancor meglio l'immanenza di Dio, l'intimità tra Dio e la sua creatura. Il linguaggio della fede si rifà così all'esperienza umana dei genitori che, in certo qual modo, sono per l'uomo i primi rappresentanti di Dio. Tale esperienza, però, mostra anche che i genitori umani possono sbagliare e sfigurare il volto della paternità e della maternità. Conviene perciò ricordare che Dio trascende la distinzione umana dei sessi. Egli non è né uomo né donna, egli è Dio. Trascende pertanto la paternità e la maternità umane [Sal 27,10], pur essendone l'origine e il modello [Ef 3,14; Is 49,15]: nessuno è padre quanto Dio.

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