Os 11, 1-4 Li traevo con legami di bontà

(Os 11, 1-4) Li traevo con legami di bontà
[1] Quando Israele era giovinetto, io l'ho amato e dall'Egitto ho chiamato mio figlio. [2] Ma più li chiamavo, più si allontanavano da me; immolavano vittime ai Baal, agli idoli bruciavano incensi. [3] Ad Efraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro. [4] Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d'amore; ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia; mi chinavo su di lui per dargli da mangiare.
(CCC 219) L'amore di Dio per Israele è paragonato all'amore di un padre per il proprio figlio [Os 11,1]. È un amore più forte dell'amore di una madre per i suoi bambini [Is 49,14-15]. Dio ama il suo Popolo più di quanto uno sposo ami la propria sposa [Is 62,4-5]; questo amore vincerà anche le più gravi infedeltà [Ez 16; Os 11]; arriverà fino al dono più prezioso: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Gv 3,16). (CCC 370) Dio non è a immagine dell'uomo. Egli non è né uomo né donna. Dio è puro spirito, e in lui, perciò, non c'è spazio per le differenze di sesso. Ma le “perfezioni” dell'uomo e della donna riflettono qualche cosa dell'infinita perfezione di Dio: quelle di una madre [Is 49,14-15; 66,13; Sal 131,2-3] e quelle di un padre e di uno sposo [Os 11,1-4; Ger 3,4-19].

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