54. Come Dio ha creato l'universo? (II Parte) (continuazione)

54. Come Dio ha creato l'universo? (II Parte) (continuazione)
(Comp 54 ripetizione) Dio ha creato l'universo liberamente con sapienza e amore- II mondo non è il prodotto di una necessità, di un destino cieco o del caso. Dio ha creato «dal nulla» (ex nihilo) (2Mac 7,28) un mondo ordinato e buono, che egli trascende in modo infinito. Dio conserva nell'essere la sua creazione e la sorregge, dandole la capacità di agire e conducendo la al suo compimento, per mezzo del suo Figlio e dello Spirito Santo.

“In Sintesi”
(CCC 319) Dio ha creato il mondo per manifestare e per comunicare la sua gloria. Che le sue creature abbiano parte alla sua verità, alla sua bontà, alla sua bellezza: ecco la gloria per la quale Dio le ha create. (CCC 320) Dio, che ha creato l'universo, lo conserva nell'esistenza per mezzo del suo Verbo, suo Figlio “che sostiene tutto con la potenza della sua Parola” (Eb 1,3), e per mezzo dello Spirito Creatore che dà vita.

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 299) Per il fatto che Dio crea con sapienza, la creazione ha un ordine: “Tu hai disposto tutto con misura, calcolo e peso” (Sap 11,20). Creata nel e per mezzo del Verbo eterno, “immagine del Dio invisibile” (Col 1,15), la creazione è destinata, indirizzata all'uomo, immagine di Dio [Gen 1,26], chiamato a una relazione personale con Dio. La nostra intelligenza, poiché partecipa alla luce dell'Intelletto divino, può comprendere ciò che Dio ci dice attraverso la creazione [Sal 19,2-5], certo non senza grande sforzo e in spirito di umiltà e di rispetto davanti al Creatore e alla sua opera [Gb 42,3]. Scaturita dalla bontà divina, la creazione partecipa di questa bontà (“E Dio vide che era cosa buona […] cosa molto buona”: Gen 1,4.10.12.18.21.31). La creazione, infatti, è voluta da Dio come un dono fatto all'uomo, come un'eredità a lui destinata e affidata. La Chiesa, a più riprese, ha dovuto difendere la bontà della creazione, compresa quella del mondo materiale [San Leone Magno, Lettera Quam laudabiliter: DS 286; Concilio di Braga I: DS 455-463; Concilio Lateranense IV: DS 800; Concilio di Firenze: DS 1333; Concilio Vaticano I: DS 3002]. (CCC 300) Dio è infinitamente più grande di tutte le sue opere [Sir 43,30]: “Sopra i cieli si innalza” la sua “magnificenza” (Sal 8,2),“la sua grandezza non si può misurare” (Sal 145,3). Ma poiché egli è il Creatore sovrano e libero, causa prima di tutto ciò che esiste, egli è presente nell'intimo più profondo delle sue creature: “In lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28). Secondo le parole di sant'Agostino, egli è “interior intimo meo et superior summo meo - più intimo della mia parte più intima, più alto della mia parte più alta” [Sant'Agostino, Confessiones, 3, 6, 11: PL 32, 688].

Per la riflessione
(CCC 301) Dopo averla creata, Dio non abbandona a se stessa la sua creatura. Non le dona soltanto di essere e di esistere: la conserva in ogni istante nell'”essere”, le dà la facoltà di agire e la conduce al suo termine. Riconoscere questa completa dipendenza in rapporto al Creatore è fonte di sapienza e di libertà, di gioia, di fiducia: “Tu ami tutte le cose esistenti, e nulla disprezzi di quanto hai creato; se tu avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata. Come potrebbe sussistere una cosa se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita” (Sap 11,24-26). [FINE]

(Prossima domanda: In che cosa consiste la Provvidenza divina?)

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