133. Come regna ora il Signore Gesù? (II parte) (continuazione)


133. Come regna ora il Signore Gesù? (II parte) (continuazione)

(Comp 133 ripetizione) Signore del cosmo e della storia, Capo della sua Chiesa, Cristo glorificato permane misteriosamente sulla terra, dove il suo regno è già presente come germe e inizio nella Chiesa. Un giorno ritornerà glorioso, ma non ne conosciamo il tempo. Per questo viviamo nella vigilanza, pregando: «Vieni, Signore» (Ap 22,20).

“In Sintesi”
(CCC 673) Dopo l'ascensione, la venuta di Cristo nella gloria è imminente [Ap 22,20], anche se non spetta a noi “conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta” (At 1,7) [Mc 13,32]. Questa venuta escatologica può compiersi in qualsiasi momento [Mt 24,44; 1Ts 5,2] anche se essa e la prova finale che la precederà sono “impedite” [2Ts 2,3-12].

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 671) Già presente nella sua Chiesa, il regno di Cristo non è tuttavia ancora compiuto “con potenza e gloria grande” (Lc 21,27; cf Mt 25,31) mediante la venuta del Re sulla terra. Questo regno è ancora insidiato dalle potenze inique [2Ts 2,7], anche se esse sono già state vinte radicalmente dalla pasqua di Cristo. Fino al momento in cui tutto sarà a lui sottomesso [1Cor 15,28], “fino a che non vi saranno i nuovi cieli e la terra nuova, nei quali la giustizia ha la sua dimora, la Chiesa pellegrinante, nei suoi sacramenti e nelle sue istituzioni, che appartengono all'età presente, porta la figura fugace di questo mondo, e vive tra le creature, le quali sono in gemito e nel travaglio del parto sino ad ora e attendono la manifestazione dei figli di Dio” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 48]. Per questa ragione i cristiani pregano, soprattutto nell'Eucaristia [1Cor 11,26], per affrettare il ritorno di Cristo [2Pt 3,11-12] dicendogli: “Vieni, Signore” (Ap 22,20; cf. 1Cor 16,22; Ap 22,17). (CCC 672) Prima dell'ascensione Cristo ha affermato che non era ancora il momento del costituirsi glorioso del regno messianico atteso da Israele [At 1,6-7], regno che doveva portare a tutti gli uomini, secondo i profeti [Is 11,1-9], l'ordine definitivo della giustizia, dell'amore e della pace. Il tempo presente è, secondo il Signore, il tempo dello Spirito e della testimonianza [At 1,8], ma anche un tempo ancora segnato dalla necessità [1Cor 7,26] e dalla prova del male [Ef 5,16], che non risparmia la Chiesa [1Pt 4,17] e inaugura i combattimenti degli ultimi tempi [1Gv 2,18; 4,3; 1Tm 4,1]. È un tempo di attesa e di vigilanza [Mt 25,1-13; Mc 13,33-37].

Per la riflessione
(CCC 674) La venuta del Messia glorioso è sospesa in ogni momento della storia [Rm 11,31] al riconoscimento di lui da parte di “tutto Israele” (Rm 11,26; Mt 23,39) a causa dell'indurimento di una parte [Rm 11,25] nella “mancanza di fede” (Rm 11,20) verso Gesù. San Pietro dice agli Ebrei di Gerusalemme dopo la Pentecoste: “Pentitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore ed egli mandi quello che vi aveva destinato come Messia, cioè Gesù. Egli dev'esser accolto in cielo fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose, come ha detto Dio fin dall'antichità, per bocca dei suoi santi profeti” (At 3,19-21). E san Paolo gli fa eco: “Se infatti il loro rifiuto ha segnato la riconciliazione del mondo, quale potrà mai essere la loro riammissione se non una risurrezione dai morti?” (Rm 11,15). La partecipazione totale degli Ebrei [Rm 11,12] alla salvezza messianica a seguito della partecipazione totale dei pagani [Rm 11,25; Lc 21,24] permetterà al Popolo di Dio di arrivare “alla piena maturità di Cristo” (Ef 4,13) nella quale “Dio sarà tutto in tutti” (1Cor 15,28). [FINE]

(Prossima domanda: Come si realizzerà la venuta del Signore nella gloria?)

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