514. A quale tipo di lavoro ha diritto ogni persona?


514. A quale tipo di lavoro ha diritto ogni persona?

(Comp 514) L'accesso a un sicuro e onesto lavoro deve essere aperto a tutti, senza ingiusta discriminazione, nel rispetto della libera iniziativa economica e di un'equa retribuzione.

“In Sintesi”

(CCC 2429) Ciascuno ha il diritto di iniziativa economica; ciascuno userà legittimamente i propri talenti per concorrere a un'abbondanza di cui tutti possano godere, e per raccogliere dai propri sforzi i giusti frutti. Procurerà di conformarsi agli ordinamenti emanati dalle legittime autorità in vista del bene comune [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 32; 34].

Approfondimenti e spiegazioni

(CCC 2433) L'accesso al lavoro e alla professione deve essere aperto a tutti, senza ingiusta discriminazione: a uomini e a donne, a chi è in buone condizioni psico-fisiche e ai disabili, agli autoctoni e agli immigrati [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Laborem exercens, 19; 22-23]. In rapporto alle circostanze, la società deve da parte sua aiutare i cittadini a trovare un lavoro e un impiego [Centesimus annus, 48].

Per la riflessione

(CCC 2434) Il giusto salario è il frutto legittimo del lavoro. Rifiutarlo o non darlo a tempo debito può rappresentare una grave ingiustizia [Lv 19,13; Dt 24,14-15; Gc 5,4]. Per stabilire l'equa remunerazione, si deve tener conto sia dei bisogni sia delle prestazioni di ciascuno. “Il lavoro va remunerato in modo tale da garantire i mezzi sufficienti per permettere al singolo e alla sua famiglia una vita dignitosa su un piano materiale, sociale, culturale e spirituale, corrispondentemente al tipo di attività e grado di rendimento economico di ciascuno, nonché alle condizioni dell'impresa e al bene comune” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 67]. Non è sufficiente l'accordo tra le parti a giustificare moralmente l'ammontare del salario.


(Prossima domanda: Qual è la responsabilità dello Stato circa il lavoro?)

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