Matteo 6,1-4

Matteo 6,1-4

(Caritas in Veritate 7c) Ogni cristiano è chiamato a questa carità, nel modo della sua vocazione e secondo le sue possibilità d'incidenza nella pólis. È questa la via istituzionale — possiamo anche dire politica — della carità, non meno qualificata e incisiva di quanto lo sia la carità che incontra il prossimo direttamente, fuori delle mediazioni istituzionali della pólis. Quando la carità lo anima, l'impegno per il bene comune ha una valenza superiore a quella dell'impegno soltanto secolare e politico. Come ogni impegno per la giustizia, esso s'inscrive in quella testimonianza della carità divina che, operando nel tempo, prepara l'eterno.

Dottrina Sociale della Chiesa: continuare l'opera di Cristo

(CDS 13b) Nella prospettiva delineata, la Chiesa «non è mossa da alcuna ambizione terrena, ma mira a una cosa sola: continuare cioè, sotto la guida dello Spirito Paraclito, l'opera di Cristo, che è venuto nel mondo a rendere testimonianza alla verità, per salvare e non per giudicare, per servire e non per essere servito» [16].

Note: [16] Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 3: AAS 58 (1966) 1027.


(Mt 6, 1-4) Solidarietà, amicizia, carità sociale

[1] Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. [2] Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. [3] Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, [4] perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

(CDS 194) Il messaggio della dottrina sociale circa la solidarietà mette in evidenza il fatto che esistono stretti vincoli tra solidarietà e bene comune, solidarietà e destinazione universale dei beni, solidarietà e uguaglianza tra gli uomini e i popoli, solidarietà e pace nel mondo [420]. Il termine «solidarietà», ampiamente impiegato dal Magistero [421], esprime in sintesi l'esigenza di riconoscere nell'insieme dei legami che uniscono gli uomini e i gruppi sociali tra loro, lo spazio offerto alla libertà umana per provvedere alla crescita comune, condivisa da tutti. L'impegno in questa direzione si traduce nell'apporto positivo da non far mancare alla causa comune e nella ricerca dei punti di possibile intesa anche là dove prevale una logica di spartizione e frammentazione, nella disponibilità a spendersi per il bene dell'altro al di là di ogni individualismo e particolarismo [422].

Note: [420] Cfr. Giovanni Paolo II, Sollicitudo rei socialis, 17.39.45: AAS 80 (1988) 532-533. 566-568. 577-578. Anche la solidarietà internazionale è un'esigenza di ordine morale; la pace del mondo dipende in larga misura da essa: cfr. Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 83-86: AAS 58 (1966) 1107-1110; Paolo VI, Populorum progressio, 48: AAS 59 (1967) 281; Pontificia Commissione «Iustitia et Pax», Al servizio della comunità umana: un approccio etico al debito internazionale (27 dicembre 1986), I, 1, Tipografia Poliglotta Vaticana, Città del Vaticano 1986, pp. 10-11; Catechismo della Chiesa Cattolica, 1941 e 2438. [421] La solidarietà, benché manchi ancora l'espressione esplicita, è uno dei principi basilari della «Rerum novarum» (cfr. Giovanni XXIII, Lett. enc. Mater et magistra: AAS 53 [1961] 407). «Il principio, che oggi chiamiamo di solidarietà, ... è più volte enunciato da Leone XIII col nome di “amicizia”, che troviamo già nella filosofia greca, da Pio XI è designato col nome non meno significativo di “carità sociale”, mentre Paolo VI, ampliando il concetto secondo le moderne e molteplici dimensioni della questione sociale, parlava di “civiltà dell'amore”» (Giovanni Paolo II, Centesimus annus, 10: AAS 83 [1991] 805). La solidarietà è uno dei principi basilari dell'intero insegnamento sociale della Chiesa (cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Libertatis conscientia, 73: AAS 79 [1987] 586). A partire da Pio XII (cfr. Summi Pontificatus: AAS 31 [1939] 426-427), il termine «solidarietà» viene impiegato con crescente frequenza e con sempre maggior ampiezza di significato: da quello di «legge» nella stessa Enciclica, a quello di «principio» (cfr. Giovanni XXIII, Mater et magistra: AAS 53 [1961] 407), di «dovere» (cfr. Paolo VI, Populorum progressio, 17.48: AAS 59 [1967] 265-266. 281) e di «valore» (cfr. Giovanni Paolo II, Sollicitudo rei socialis, 38: AAS 80 [1988] 564-566), a quello, infine, di «virtù» (cfr Sollicitudo rei socialis, 38. 40: AAS 80 [1988] 564-566. 568-569). [422] Cfr. Congregazione per l'Educazione Cattolica, Orientamenti per lo studio e l'insegnamento della dottrina sociale della Chiesa nella formazione sacerdotale, 38, Tipografia Poliglotta Vaticana, Roma 1988, pp. 40-41.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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