Matteo 6,34

Matteo 6,34

(Caritas in Veritate 10) La rilettura della Populorum progressio, a oltre quarant'anni dalla pubblicazione, sollecita a rimanere fedeli al suo messaggio di carità e di verità, considerandolo nell'ambito dello specifico magistero di Paolo VI e, più in generale, dentro la tradizione della dottrina sociale della Chiesa. Sono poi da valutare i diversi termini in cui oggi, a differenza da allora, si pone il problema dello sviluppo. Il corretto punto di vista, dunque, è quello della Tradizione della fede apostolica [13], patrimonio antico e nuovo, fuori del quale la Populorum progressio sarebbe un documento senza radici e le questioni dello sviluppo si ridurrebbero unicamente a dati sociologici.

Note: [13] Cfr Benedetto XVI, Discorso alla sessione inaugurale della V Conferenza generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi (13 maggio 2007): Insegnamenti III, 1 (2007), 854-870.

Dottrina Sociale: elevare il naturale

(CDS 64b) Il soprannaturale non è da concepire come un'entità o uno spazio che comincia dove finisce il naturale, ma come l'elevazione di questo, così che niente dell'ordine della creazione e dell'umano è estraneo ed escluso dall'ordine soprannaturale e teologale della fede e della grazia, ma piuttosto vi è riconosciuto, assunto ed elevato: «In Gesù Cristo il mondo visibile, creato da Dio per l'uomo (cfr. Gen 1,26-30) — quel mondo che, essendovi entrato il peccato, “è stato sottomesso alla caducità” (Rm 8,20; cfr. ibid., 8,19-22) — riacquista nuovamente il vincolo originario con la stessa sorgente divina della Sapienza e dell'Amore. Infatti, “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Gv 3,16). Come nell'uomo-Adamo questo vincolo è stato infranto, così nell'uomo-Cristo esso è stato di nuovo riallacciato (cfr. Rm 5,12-21)» [83].

Note: [83] Giovanni Paolo II, Redemptor hominis, 8: AAS 71 (1979) 270.


(Mt 6, 34) Solo i tesori del cielo sono imperituri

[34] Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.

(CDS 260) Nella Sua predicazione Gesù insegna agli uomini a non lasciarsi asservire dal lavoro. Essi devono preoccuparsi prima di tutto della loro anima; guadagnare il mondo intero non è lo scopo della loro vita (cfr. Mc 8,36). I tesori della terra, infatti, si consumano, mentre i tesori del cielo sono imperituri: a questi si deve legare il proprio cuore (cfr. Mt 6,19-21). Il lavoro non deve affannare (cfr. Mt 6,25.31.34): preoccupato e agitato per molte cose, l'uomo rischia di trascurare il Regno di Dio e la Sua giustizia (cfr. Mt 6,33), di cui ha veramente bisogno; tutto il resto, compreso il lavoro, trova il suo posto, il suo senso e il suo valore solo se viene orientato a quest'unica cosa necessaria, che non sarà mai tolta (cfr. Lc 10,40-42).

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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