Gv 11, 5-16

Gv 11, 5-16

(Caritas in Veritate 4b) Nell'attuale contesto sociale e culturale, in cui è diffusa la tendenza a relativizzare il vero, vivere la carità nella verità porta a comprendere che l'adesione ai valori del Cristianesimo è elemento non solo utile, ma indispensabile per la costruzione di una buona società e di un vero sviluppo umano integrale. Un Cristianesimo di carità senza verità può venire facilmente scambiato per una riserva di buoni sentimenti, utili per la convivenza sociale, ma marginali. In questo modo non ci sarebbe più un vero e proprio posto per Dio nel mondo. Senza la verità, la carità viene relegata in un ambito ristretto e privato di relazioni. È esclusa dai progetti e dai processi di costruzione di uno sviluppo umano di portata universale, nel dialogo tra i saperi e le operatività.

Diritto a un ambiente sano e sicuro

(CDS 468) La responsabilità verso l'ambiente deve trovare una traduzione adeguata a livello giuridico. È importante che la Comunità internazionale elabori regole uniformi, affinché tale regolamentazione consenta agli Stati di controllare con maggiore efficacia le diverse attività che determinano effetti negativi sull'ambiente e di preservare gli ecosistemi prevenendo possibili incidenti: «Spetta ad ogni Stato, nell'ambito del proprio territorio, il compito di prevenire il degrado dell'atmosfera e della biosfera, controllando attentamente, tra l'altro, gli effetti delle nuove scoperte tecnologiche o scientifiche, ed offrendo ai propri cittadini la garanzia di non essere esposti ad agenti inquinanti o a rifiuti tossici» [986]. Il contenuto giuridico del «diritto ad un ambiente sano e sicuro» [987] sarà il frutto di una graduale elaborazione, sollecitata dalla preoccupazione dell'opinione pubblica di disciplinare l'uso dei beni del creato secondo le esigenze del bene comune e in una comune volontà di introdurre sanzioni per coloro che inquinano. Le norme giuridiche, tuttavia, da sole non bastano [988]; accanto ad esse devono maturare un forte senso di responsabilità nonché un effettivo cambiamento nelle mentalità e negli stili di vita.

Note: [986] Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1990, 9: AAS 82 (1990) 152. [987] Giovanni Paolo II, Discorso alla Corte e alla Commissione europee dei diritti dell'uomo, Strasburgo (8 ottobre 1988), 5: AAS 81 (1989) 685; cfr. Id., Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1990, 9: AAS 82 (1990) 152; Id., Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1999, 10: AAS 91 (1999) 384-385. [988] Cfr. Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1999, 10: AAS 91 (1999) 384-385.


(Gv 11, 5-16) Uno non inciampa perché vede la luce

[5] Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. [6] Quand'ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. [7] Poi, disse ai discepoli: "Andiamo di nuovo in Giudea!". [8] I discepoli gli dissero: "Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?". [9] Gesù rispose: "Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; [10] ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce". [11] Così parlò e poi soggiunse loro: "Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo". [12] Gli dissero allora i discepoli: "Signore, se s'è addormentato, guarirà". [13] Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. [14] Allora Gesù disse loro apertamente: "Lazzaro è morto [15] e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!". [16] Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: "Andiamo anche noi a morire con lui!".

(CDS 262) L'attività umana di arricchimento e di trasformazione dell'universo può e deve far emergere le perfezioni in esso nascoste, che nel Verbo increato hanno il loro principio e il loro modello. Gli scritti paolini e giovannei, infatti, mettono in luce la dimensione trinitaria della creazione e, in particolare, il legame che intercorre tra il Figlio-Verbo, il «Logos», e la creazione (cfr. Gv 1,3; 1 Cor 8,6; Col 1,15-17). Creato in Lui e per mezzo di Lui, redento da Lui, l'universo non è un ammasso casuale, ma un «cosmo» [574], il cui ordine l'uomo deve scoprire, assecondare e portare a compimento: «In Gesù Cristo il mondo visibile, creato da Dio per l'uomo — quel mondo che, essendovi entrato il peccato, “è stato sottomesso alla caducità” (Rm 8,20; cfr. ibid., 8,19-22) — riacquista nuovamente il vincolo originario con la stessa sorgente divina della Sapienza e dell'Amore» [575]. In tal modo, ossia mettendo in luce, in progressione crescente, «le imperscrutabili ricchezze di Cristo» (Ef 3,8) nella creazione, il lavoro umano si trasforma in un servizio reso alla grandezza di Dio.

Note: [574] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptor hominis, 1: AAS 71 (1979) 257. [575] Redemptor hominis, 8: AAS 71 (1979) 270.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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