Gaudium et spes n. 13 e commento CCC
13. Il peccato.
L'uomo fin dagli inizi abusò della sua libertà, contro Dio
[n. 13a] Costituito da Dio in uno stato di giustizia,
l'uomo però, tentato dal Maligno, fin dagli inizi della storia abusò della
libertà, erigendosi contro Dio e bramando di conseguire il suo fine al di fuori
di lui. Pur avendo conosciuto Dio, gli uomini « non gli hanno reso l'onore
dovuto... ma si è ottenebrato il loro cuore insipiente »... e preferirono
servire la creatura piuttosto che il Creatore (11). Quel che ci viene
manifestato dalla rivelazione divina concorda con la stessa esperienza. Infatti
l'uomo, se guarda dentro al suo cuore, si scopre inclinato anche al male e
immerso in tante miserie, che non possono certo derivare dal Creatore, che è
buono. Spesso, rifiutando di riconoscere Dio quale suo principio, l'uomo ha
infranto il debito ordine in rapporto al suo fine ultimo, e al tempo stesso
tutta l'armonia, sia in rapporto a se stesso, sia in rapporto agli altri uomini
e a tutta la creazione.
Note: (11) Cf. Rm 1,21-25.
(CCC 396) Dio ha creato l'uomo a sua immagine e l'ha
costituito nella sua amicizia. Creatura spirituale, l'uomo non può vivere
questa amicizia che come libera sottomissione a Dio. Questo è il significato
del divieto fatto all'uomo di mangiare dell'albero della conoscenza del bene e
del male, “perché quando tu ne mangiassi, certamente moriresti” (Gen 2,17).
“L'albero della conoscenza del bene e del male” (Gen 2,17) evoca simbolicamente
il limite invalicabile che l'uomo, in quanto creatura, deve liberamente riconoscere
e con fiducia rispettare. L'uomo dipende dal Creatore, è sottomesso alle leggi
della creazione e alle norme morali che regolano l'uso della libertà. (CCC 397)
L'uomo, tentato dal diavolo, ha lasciato spegnere nel suo cuore la fiducia nei
confronti del suo Creatore e, abusando della propria libertà, ha disobbedito al
comandamento di Dio. In ciò è consistito il primo peccato dell'uomo [Rm 5,19].
In seguito, ogni peccato sarà una disobbedienza a Dio e una mancanza di fiducia
nella sua bontà.