Gaudium et spes n. 14 e commento CCC
14. Costituzione dell'uomo.
L'uomo sperimenta le ribellioni del corpo
[n. 14b] Non è lecito dunque disprezzare la vita
corporale dell'uomo. Al contrario, questi è tenuto a considerare buono e degno
di onore il proprio corpo, appunto perché creato da Dio e destinato alla
risurrezione nell'ultimo giorno. E tuttavia, ferito dal peccato, l'uomo
sperimenta le ribellioni del corpo. Perciò è la dignità stessa dell'uomo che
postula che egli glorifichi Dio nel proprio corpo (14) e che non permetta che
esso si renda schiavo delle perverse inclinazioni del cuore.
Note: (14) Cfr. 1 Cor 6,13-20.
(CCC 364) Il corpo dell'uomo partecipa alla dignità di “immagine di Dio”: è
corpo umano proprio perché è animato dall'anima spirituale, ed è la persona
umana tutta intera ad essere destinata a diventare, nel corpo di Cristo, il
tempio dello Spirito [1Cor 6,19-20;
15,44-45]. “Unità di anima e di corpo, l'uomo sintetizza in sé, per la
sua stessa condizione corporale, gli elementi del mondo materiale, così che questi,
attraverso di lui, toccano il loro vertice e prendono voce per lodare in
libertà il Creatore. Allora, non è lecito all'uomo disprezzare la vita
corporale; egli anzi è tenuto a considerare buono e degno di onore il proprio
corpo, appunto perché creato da Dio e destinato alla risurrezione nell'ultimo
giorno” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et
spes, 14]. (CCC 353) Dio ha voluto la
diversità delle sue creature e la loro bontà propria, la loro interdipendenza,
il loro ordine. Ha destinato tutte le creature materiali al bene del genere
umano. L'uomo, e attraverso lui l'intera creazione, sono destinati alla gloria
di Dio.