Gaudium et spes n. 34 e commento CCC
34. Il valore dell'attività umana.
Nel subordinare la realtà, glorificare il nome di Dio
[n. 34b] L'uomo infatti, creato ad immagine di Dio, ha
ricevuto il comando di sottomettere a sé la terra con tutto quanto essa
contiene (57), e di governare il mondo nella giustizia e nella santità, e cosi
pure di riferire a Dio il proprio essere e l'universo intero, riconoscendo in
lui il Creatore di tutte le cose; in modo che, nella subordinazione di tutta la
realtà all'uomo, sia glorificato il nome di Dio su tutta la terra (58).
Note: (57) Cf. Gen 1,26-27; 9,2-3; Sap 9,2-3. (58) Cf. Sal
8,7 e 10.
(CCC 1148) In quanto creature, queste realtà sensibili
possono diventare il luogo in cui si manifesta l'azione di Dio che santifica
gli uomini, e l'azione degli uomini che rendono a Dio il loro culto. Ugualmente
avviene per i segni e i simboli della vita sociale degli uomini: lavare e
ungere, spezzare il pane e condividere il calice possono esprimere la presenza
santificante di Dio e la gratitudine dell'uomo verso il suo Creatore. (CCC 1806)
La prudenza è la virtù che dispone la
ragione pratica a discernere in ogni circostanza il nostro vero bene e a
scegliere i mezzi adeguati per compierlo. L'uomo “accorto controlla i suoi
passi” (Prv 14,15). “Siate moderati e sobri per dedicarvi alla preghiera” (1Pt
4,7). La prudenza è la “retta norma dell'azione”, scrive san Tommaso [San
Tommaso d'Aquino, Summa theologiae,
II-II, 47, 2] sulla scia di Aristotele. Essa non si confonde con la timidezza o
la paura, né con la doppiezza o la dissimulazione. E' detta “auriga virtutum” - cocchiere delle
virtù: essa dirige le altre virtù indicando loro regola e misura. E' la
prudenza che guida immediatamente il giudizio di coscienza. L'uomo prudente
decide e ordina la propria condotta seguendo questo giudizio. Grazie alla virtù
della prudenza applichiamo i principi morali ai casi particolari senza
sbagliare e superiamo i dubbi sul bene da compiere e sul male da evitare.