Gaudium et spes n. 49 e commento CCC
49. L'amore coniugale
Quell'amore abbraccia il bene di tutta la persona
[n. 49c] Proprio perché atto eminentemente umano, essendo
diretto da persona a persona con un sentimento che nasce dalla volontà, quell'amore
abbraccia il bene di tutta la persona; perciò ha la possibilità di arricchire
di particolare dignità le espressioni del corpo e della vita psichica e di
nobilitarle come elementi e segni speciali dell'amicizia coniugale.
(CCC 2232) I vincoli familiari, sebbene importanti,
non sono però assoluti. Quanto più il figlio cresce verso la propria maturità e
autonomia umane e spirituali, tanto più la sua specifica vocazione, che viene
da Dio, si fa chiara e forte. I genitori rispetteranno tale chiamata e
favoriranno la risposta dei propri figli a seguirla. E' necessario convincersi
che la prima vocazione del cristiano è di seguire
Gesù [Mt 16,25]: “Chi ama il padre o la madre più di me, non è degno di me;
chi ama il figlio o la figlia più di me, non è degno di me” (Mt 10,37). (CCC 2361)
“La sessualità, mediante la quale l'uomo e la donna si donano l'uno all'altra
con gli atti propri ed esclusivi degli sposi, non è affatto qualcosa di
puramente biologico, ma riguarda l'intimo nucleo della persona umana come tale.
Essa si realizza in modo veramente umano solo se è parte integrante dell'amore
con cui l'uomo e la donna si impegnano totalmente l'uno verso l'altra fino alla
morte” [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris
consortio, 11]: “Tobia si alzò dal letto e disse a Sara: “Sorella, alzati!
Preghiamo e domandiamo al Signore che ci dia grazia e salvezza”. Essa si alzò e
si misero a pregare e a chiedere che venisse su di loro la salvezza, dicendo:
“Benedetto sei tu, Dio dei nostri padri […]. Tu hai creato Adamo e hai creato
Eva sua moglie, perché gli fosse di aiuto e di sostegno. Da loro due nacque
tutto il genere umano. Tu hai detto: non è cosa buona che l'uomo resti solo;
facciamogli un aiuto simile a lui. Ora non per lussuria io prendo questa mia
parente, ma con rettitudine d'intenzione. Degnati di avere misericordia di me e
di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia”. E dissero insieme: “Amen,
amen!”. Poi dormirono per tutta la notte” (Tb 8,4-9). (CCC 2363) Mediante
l'unione degli sposi si realizza il duplice fine del matrimonio: il bene degli
stessi sposi e la trasmissione della vita. Non si possono disgiungere questi
due significati o valori del matrimonio, senza alterare la vita spirituale
della coppia e compromettere i beni del matrimonio e l'avvenire della famiglia.
L'amore coniugale dell'uomo e della donna è così posto sotto la duplice
esigenza della fedeltà e della fecondità.