Gaudium et spes n. 61 e commento CCC
61. L'educazione ad una cultura integrale
Tener fermo il concetto della persona umana integrale
[n. 61a] Oggi vi è più difficoltà di un tempo di ridurre
a sintesi le varie discipline e arti del sapere. Mentre infatti aumenta il
volume e la diversità degli elementi che costituiscono la cultura, diminuisce
nello stesso tempo la capacità per i singoli uomini di percepirli e di
armonizzarli organicamente, cosicché l'immagine dell'«uomo universale» diviene
sempre più evanescente. Tuttavia ogni uomo ha il dovere di tener fermo il
concetto della persona umana integrale, in cui eccellono i valori della
intelligenza, della volontà, della coscienza e della fraternità, che sono
fondati tutti in Dio Creatore e sono stati mirabilmente sanati ed elevati in
Cristo.
(CCC 2244) Ogni istituzione si
ispira, anche implicitamente, ad una visione dell'uomo e del suo destino, da
cui deriva i propri criteri di giudizio, la propria gerarchia dei valori, la
propria linea di condotta. Nella maggior parte delle società le istituzioni
fanno riferimento ad una certa preminenza dell'uomo sulle cose. Solo la
Religione divinamente rivelata ha chiaramente riconosciuto in Dio, Creatore e
Redentore, l'origine e il destino dell'uomo. La Chiesa invita i poteri politici
a riferire i loro giudizi e le loro decisioni a tale ispirazione della verità
su Dio e sull'uomo. Le società che ignorano questa ispirazione o la rifiutano
in nome della loro indipendenza in rapporto a Dio, sono spinte a cercare in se
stesse oppure a mutuare da una ideologia i loro riferimenti e il loro fine e,
non tollerando che sia affermato un criterio oggettivo del bene e del male, si
arrogano sull'uomo e sul suo destino un potere assoluto, dichiarato o non
apertamente ammesso, come dimostra la storia [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 45-46].