Gaudium et spes n. 66 e commento CCC
66. Ingenti disparità economico-sociali da far scomparire
Evitare che la vita di singoli e famiglie si faccia incerta e precaria
[n. 66c] La giustizia e l'equità richiedono similmente
che la mobilità, assolutamente necessaria in una economia di sviluppo, sia
regolata in modo da evitare che la vita dei singoli e delle loro famiglie si
faccia incerta e precaria. Per quanto riguarda i lavoratori che, provenendo da
altre nazioni o regioni, concorrono con il loro lavoro allo sviluppo economico
di un popolo o di una zona, è da eliminare accuratamente ogni discriminazione
nelle condizioni di rimunerazione o di lavoro. Inoltre tutti e in primo luogo i
poteri pubblici, devono trattarli come persone, e non semplicemente come puri
strumenti di produzione; devono aiutarli perché possano accogliere presso di sé
le loro famiglie e procurarsi un alloggio decoroso, nonché favorire la loro
integrazione nella vita sociale del popolo o della regione che li accoglie.
(CCC 2241) Le nazioni più ricche
sono tenute ad accogliere, nella misura del possibile, lo straniero alla ricerca della sicurezza e delle risorse necessarie
alla vita, che non gli è possibile trovare nel proprio paese di origine. I
pubblici poteri avranno cura che venga rispettato il diritto naturale, che pone
l'ospite sotto la protezione di coloro che lo accolgono. Le autorità politiche,
in vista del bene comune, di cui sono responsabili, possono subordinare
l'esercizio del diritto di immigrazione a diverse condizioni giuridiche, in
particolare al rispetto dei doveri dei migranti nei confronti del paese che li
accoglie. L'immigrato è tenuto a rispettare con riconoscenza il patrimonio
materiale e spirituale del paese che lo ospita, ad obbedire alle sue leggi, a
contribuire ai suoi oneri. (CCC 2431) La responsabilità
dello Stato. “L'attività economica, in particolare quella dell'economia di
mercato, non può svolgersi in un vuoto istituzionale, giuridico e politico.
Essa suppone, al contrario, sicurezza circa le garanzie delle libertà
individuali e della proprietà, oltre che una moneta stabile e servizi pubblici
efficienti. Il principale compito dello Stato, pertanto, è quello di garantire
tale sicurezza, di modo che chi lavora possa godere i frutti del proprio lavoro
e, quindi, si senta stimolato a compierlo con efficienza e onestà. […] Compito
dello Stato è quello di sorvegliare e guidare l'esercizio dei diritti umani nel
settore economico; in questo campo, tuttavia, la prima responsabilità non è
dello Stato, bensì dei singoli e dei diversi gruppi e associazioni di cui si
compone la società” [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 48].