Gaudium et spes n. 73 e commento CDS
73. La vita pubblica contemporanea
[n. 73f] Per instaurare una vita politica veramente umana
non c'è niente di meglio che coltivare il senso interiore della giustizia,
dell'amore e del servizio al bene comune e rafforzare le convinzioni
fondamentali sulla vera natura della comunità politica e sul fine, sul buon
esercizio e sui limiti di competenza dell'autorità pubblica.
(CDS 291) I problemi
dell'occupazione chiamano in causa le responsabilità dello Stato, al quale
compete il dovere di promuovere politiche attive del lavoro, cioè tali da
favorire la creazione di opportunità lavorative all'interno del territorio
nazionale, incentivando a questo scopo il mondo produttivo. Il dovere dello
Stato non consiste tanto nell'assicurare direttamente il diritto al lavoro di
tutti i cittadini, irreggimentando l'intera vita economica e mortificando la
libera iniziativa dei singoli, quanto piuttosto nell'«assecondare l'attività
delle imprese, creando condizioni che assicurino occasioni di lavoro,
stimolandola ove essa risulti insufficiente o sostenendola nei momenti di
crisi» (Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 48: AAS 83 (1991) 853).
(CDS 202) La giustizia risulta
particolarmente importante nel contesto attuale, in cui il valore della
persona, della sua dignità e dei suoi diritti, al di là delle proclamazioni
d'intenti, è seriamente minacciato dalla diffusa tendenza a ricorrere
esclusivamente ai criteri dell'utilità e dell'avere. Anche la giustizia,
sulla base di tali criteri, viene considerata in modo riduttivo, mentre
acquista un più pieno e autentico significato nell'antropologia cristiana. La
giustizia, infatti, non è una semplice convenzione umana, perché quello che è
«giusto» non è originariamente determinato dalla legge, ma dall'identità
profonda dell'essere umano (Cfr. Giovanni
Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei
socialis, 40: AAS 80 (1988) 568; Catechismo
della Chiesa Cattolica, 1929).
(Commento CDS dal Compendio della dottrina sociale della Chiesa)