Gaudium et spes n. 74 e commento CDS
74. Natura e fine della comunità politica
[n. 74b] La comunità politica esiste dunque in funzione
di quel bene comune, nel quale essa trova significato e piena giustificazione e
che costituisce la base originaria del suo diritto all'esistenza. Il bene
comune si concreta nell'insieme di quelle condizioni di vita sociale che
consentono e facilitano agli esseri umani, alle famiglie e alle associazioni il
conseguimento più pieno della loro perfezione (157).
Note: (157)
Cf. GIOVANNI XXIII, Encicl. Mater et
Magistra: AAS 53 (1961), p. 417.
CDS (CDS 160) I principi permanenti della dottrina sociale
della Chiesa (341) costituiscono i veri e propri cardini
dell'insegnamento sociale cattolico: si tratta del principio della dignità
della persona umana — già trattato nel capitolo precedente — nel quale ogni
altro principio e contenuto della dottrina sociale trova fondamento (342), del bene comune, della sussidiarietà
e della solidarietà. Tali principi, espressione dell'intera verità sull'uomo
conosciuta tramite la ragione e la fede, scaturiscono «dall'incontro del
messaggio evangelico e delle sue esigenze, che si riassumono nel comandamento
supremo dell'amore di Dio e del prossimo e nella giustizia, con i problemi
derivanti dalla vita della società» (343).
La Chiesa, nel corso della storia e alla luce dello Spirito, riflettendo
sapientemente all'interno della propria tradizione di fede, ha potuto dare a
tali principi fondazione e configurazione sempre più accurate, enucleandoli
progressivamente, nello sforzo di rispondere con coerenza alle esigenze dei
tempi e ai continui sviluppi della vita sociale.
Note: (341) Cfr. Congregazione per l'Educazione Cattolica, Orientamenti per lo studio e l'insegnamento della dottrina sociale
della Chiesa nella formazione sacerdotale, 29-42, Tipografia Poliglotta
Vaticana, Roma 1988, pp. 35-43. (342) Cfr. Giovanni XXIII, Lett. enc. Mater et magistra: AAS 53 (1961) 453.
(343) Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Libertatis conscientia, 72: AAS 79 (1987) 585.
(CDS 164) Dalla dignità, unità e uguaglianza di tutte le persone deriva innanzi
tutto il principio del bene comune, al quale ogni aspetto della vita sociale
deve riferirsi per trovare pienezza di senso. Secondo una prima e vasta
accezione, per bene comune s'intende
«l'insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alle
collettività sia ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più
pienamente e più celermente» Il bene comune non consiste nella semplice somma dei beni particolari
di ciascun soggetto del corpo sociale. Essendo di tutti e di ciascuno è e
rimane comune, perché indivisibile e perché soltanto insieme è possibile
raggiungerlo, accrescerlo e custodirlo, anche in vista del futuro. Come
l'agire morale del singolo si realizza nel compiere il bene, così l'agire
sociale giunge a pienezza realizzando il bene comune. Il bene comune, infatti,
può essere inteso come la dimensione sociale e comunitaria del bene morale (346).
Note: (346) (Concilio
Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes,
26: AAS 58 (1966) 1046; cfr. Catechismo
della Chiesa Cattolica, 1905- 1912; Giovanni XXIII, Lett. enc. Mater et magistra: AAS 53 (1961)
417-421; Id., Lett. enc. Pacem in terris:
AAS 55 (1963) 272-273; Paolo VI, Lett. ap. Octogesima
adveniens, 46: AAS 63 (1971) 433-435).
(Commento CDS dal Compendio della dottrina sociale della
Chiesa)