Gaudium et spes n. 91 e commento CDS
91. Compiti dei singoli fedeli e delle Chiese particolari
[n. 91b] Certo dinanzi alla immensa varietà delle
situazioni e delle forme di civiltà, questa presentazione non ha volutamente,
in numerosi punti, che un carattere del tutto generale; anzi, quantunque venga
presentata una dottrina già comune nella Chiesa, siccome non raramente si
tratta di realtà soggette a continua evoluzione, l'insegnamento presentato qui
dovrà essere continuato ed ampliato.
(CDS 19) La Chiesa, segno nella storia dell'amore di Dio per gli uomini e della
vocazione dell'intero genere umano all'unità nella figliolanza dell'unico Padre
(Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 1: AAS 57 (1965) 5),
anche con questo documento sulla sua
dottrina sociale intende proporre a tutti gli uomini un umanesimo all'altezza
del disegno d'amore di Dio sulla storia, un umanesimo integrale e solidale,
capace di animare un nuovo ordine sociale, economico e politico, fondato sulla
dignità e sulla libertà di ogni persona umana, da attuare nella pace, nella
giustizia e nella solidarietà. Tale umanesimo può essere realizzato se i
singoli uomini e donne e le loro comunità sapranno coltivare le virtù morali e
sociali in se stessi e diffonderle nella società, «cosicché vi siano davvero
uomini nuovi e artefici di una nuova umanità, con il necessario aiuto della
grazia divina» (Concilio Vaticano II,
Cost. past. Gaudium et spes, 30: AAS
58 (1966) 1050). (CDS 10) Il
documento si propone come uno strumento per il discernimento morale e pastorale
dei complessi eventi che caratterizzano i nostri tempi; come una guida per
ispirare, a livello individuale e collettivo, comportamenti e scelte tali da
permettere di guardare al futuro con fiducia e speranza; come un sussidio
per i fedeli sull'insegnamento della morale sociale. Ne può derivare un nuovo
impegno capace di rispondere alle esigenze del nostro tempo e misurato sui
bisogni e sulle risorse dell'uomo, ma soprattutto l'anelito a valorizzare in
forme nuove la vocazione propria dei vari carismi ecclesiali in ordine
all'evangelizzazione del sociale, perché «tutti i membri della Chiesa sono
partecipi della sua dimensione secolare» (Giovanni Paolo II, Esort. ap. Christifideles
laici, 15: AAS 81 (1989) 414). Il testo viene proposto, infine, come
motivo di dialogo con tutti coloro che desiderano sinceramente il bene
dell'uomo.
(Commento CDS dal Compendio della dottrina sociale della
Chiesa)