Gaudium et spes n. 92 e commento CCC
92. Il dialogo fra tutti gli uomini
[n. 92b] Ciò esige che innanzitutto nella stessa Chiesa
promuoviamo la mutua stima, il rispetto e la concordia, riconoscendo ogni
legittima diversità, per stabilire un dialogo sempre più fecondo fra tutti
coloro che formano l'unico popolo di Dio, che si tratti dei pastori o degli
altri fedeli cristiani. Sono più forti infatti le cose che uniscono i fedeli
che quelle che li dividono; ci sia unità nelle cose necessarie, libertà nelle
cose dubbie e in tutto carità (171).
Note: (171) Cf. GIOVANNI
XXIII, Encicl. Ad Petri Cathedram, 29
giugno 1959: AAS 51 (1959), p. 513.
(CCC 820)
L'unità, “che Cristo ha donato alla sua Chiesa fin dall'inizio, […] noi
crediamo che sussista, senza possibilità di essere perduta, nella Chiesa
cattolica e speriamo che crescerà ogni giorno più sino alla fine dei secoli”
[Conc. Ecum. Vat. II, Unitatis redintegratio,
4]. Cristo fa sempre alla sua Chiesa il dono dell'unità, ma la Chiesa deve
sempre pregare e impegnarsi per custodire, rafforzare e perfezionare l'unità
che Cristo vuole per lei. Per questo Gesù stesso ha pregato nell'ora della sua
Passione e non cessa di pregare il Padre per l'unità dei suoi discepoli: “…
Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola,
perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17,21). Il desiderio di
ritrovare l'unità di tutti i cristiani è un dono di Cristo e un appello dello
Spirito Santo [Unitatis redintegratio,
1]. (CCC 821) Per rispondervi adeguatamente sono necessari: - un rinnovamento permanente della Chiesa in
una accresciuta fedeltà alla sua vocazione. Tale rinnovamento è la forza del movimento
verso l'unità [Conc. Ecum. Vat. II, Unitatis
redintegratio, 6-12]; la conversione
del cuore per “condurre una vita più conforme al Vangelo”, poiché è
l'infedeltà delle membra al dono di Cristo a causare le divisioni; la preghiera in comune; infatti la
“conversione del cuore” e la “santità della vita, insieme con le preghiere
private e pubbliche per l'unità dei cristiani, si devono ritenere come l'anima
di tutto il movimento ecumenico e si possono giustamente chiamare ecumenismo
spirituale”; la reciproca conoscenza
fraterna; la formazione ecumenica
dei fedeli e specialmente dei sacerdoti ; il dialogo tra i teologi e gli incontri tra i cristiani delle differenti
Chiese e comunità; la cooperazione
tra cristiani nei diversi ambiti del servizio agli uomini.