Gaudium et spes n. 92 e commento CCC
92. Il dialogo fra tutti gli uomini
[n. 92c] Il nostro pensiero si rivolge contemporaneamente
ai fratelli e alle loro comunità, che non vivono ancora in piena comunione con
noi, ma ai quali siamo uniti nella confessione del Padre, del Figlio e dello
Spirito Santo e dal vincolo della carità, memori che l'unità dei cristiani è
oggi attesa e desiderata anche da molti che non credono in Cristo.
(CCC 817)
Di fatto, “in questa Chiesa di Dio una e unica sono sorte fino dai primissimi
tempi alcune scissioni, che l'Apostolo riprova con gravi parole come degne di
condanna; ma nei secoli posteriori sono nati dissensi più ampi e comunità non
piccole si sono staccate dalla piena comunione della Chiesa cattolica, talora
non senza colpa di uomini d'entrambe le parti” [Conc. Ecum. Vat. II, Unitatis redintegratio, 3]. Le scissioni
che feriscono l'unità del Corpo di Cristo (cioè l'eresia, l'apostasia e lo
scisma) [CIC canone 751] non avvengono senza i peccati degli uomini: “Ubi
peccata sunt, ibi est multitudo, ibi schismata, ibi haereses, ibi discussiones.
Ubi autem virtus, ibi singularitas, ibi unio, ex quo omnium credentium erat cor
unum et anima una - Dove c'è il peccato, lì troviamo la molteplicità, lì gli
scismi, lì le eresie, lì le controversie. Dove, invece, regna la virtù, lì c'è
unità, lì comunione, grazie alle quali tutti i credenti erano un cuor solo e
un'anima sola” [Origene, In Ezechielem
homilia, 9, 1: PG 13, 732]. (CCC 855)
La missione della Chiesa richiede lo sforzo verso l'unità dei cristiani [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris missio, 50]. Infatti, “le
divisioni dei cristiani impediscono che la Chiesa stessa attui la pienezza
della cattolicità ad essa propria in quei figli, che le sono bensì uniti col
Battesimo, ma sono separati dalla sua piena comunione. Anzi, alla Chiesa
stessa, diventa più difficile esprimere sotto ogni aspetto la pienezza della
cattolicità proprio nella realtà della vita” [Conc. Ecum. Vat. II, Unitatis redintegratio, 4].