LUMEN GENTIUM 3 e commento CCC
Missione del Figlio
3c Ogni volta che
il sacrificio della croce, col quale Cristo, nostro agnello pasquale, è stato
immolato (cfr. 1 Cor 5,7), viene celebrato sull'altare, si rinnova l'opera
della nostra redenzione. E insieme, col sacramento del pane eucaristico, viene
rappresentata ed effettuata l'unità dei fedeli, che costituiscono un solo corpo
in Cristo (cfr. 1 Cor 10,17). Tutti gli uomini sono chiamati a questa unione
con Cristo, che è la luce del mondo; da lui veniamo, per mezzo suo viviamo, a
lui siamo diretti.
(CCC 960) La Chiesa è “comunione
dei santi”: questa espressione designa primariamente le “cose sante” (sancta), e innanzi tutto l'Eucaristia
con la quale “viene rappresentata e prodotta l'unità dei fedeli, che
costituiscono un solo corpo in Cristo” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 3]. (CCC 1364) Nel
Nuovo Testamento il memoriale riceve un significato nuovo. Quando la Chiesa
celebra l'Eucaristia, fa memoria della pasqua di Cristo, e questa diviene
presente: il sacrificio che Cristo ha offerto una volta per tutte sulla croce
rimane sempre attuale [Eb 7,25-27]: “Ogni volta che il sacrificio della croce,
"col quale Cristo, nostro agnello pasquale, è stato immolato", viene
celebrato sull'altare, si effettua l'opera della nostra redenzione” [Conc.
Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 3]. (CCC
1405) Di questa grande speranza, quella dei “nuovi cieli” e della “terra nuova
nei quali abiterà la giustizia” [2Pt 3,13], non abbiamo pegno più sicuro, né
segno più esplicito dell'Eucaristia. Ogni volta infatti che viene celebrato
questo mistero, “si effettua l'opera della nostra redenzione” [Conc. Ecum. Vat.
II, Lumen gentium, 3] e noi spezziamo
“l'unico pane che è farmaco d'immortalità, antidoto contro la morte, alimento
dell'eterna vita in Gesù Cristo per sempre” [Sant'Ignazio di Antiochia, Epistula ad Ephesios, 20, 2].