LUMEN GENTIUM 10 e commento CCC
Il sacerdozio comune dei fedeli
10c Il sacerdozio
comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunque
differiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l'uno
all'altro, poiché l'uno e l'altro, ognuno a suo proprio modo, partecipano
dell'unico sacerdozio di Cristo [16].
Note
[16] Cf. PIO XII,
Disc. Magnificate Dominum, 2 nov.
1954: AAS 46 (1954), p. 669; Encicl. Mediator
Dei, 20 nov. 1947: AAS 39 (1947), p. 555 [Collantes 7.390].
(CCC 1547) Il sacerdozio ministeriale o gerarchico dei
vescovi e dei sacerdoti e il sacerdozio comune di tutti i fedeli, anche se
“l'uno e l'altro, ognuno a suo proprio modo, partecipano all'unico sacerdozio
di Cristo”, differiscono tuttavia essenzialmente, pur essendo “ordinati l'uno
all'altro” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 10]. In che senso? Mentre il sacerdozio comune dei fedeli si
realizza nello sviluppo della grazia battesimale - vita di fede, di speranza e
di carità, vita secondo lo Spirito - il sacerdozio ministeriale è al servizio
del sacerdozio comune, è relativo allo sviluppo della grazia battesimale di
tutti i cristiani. E' uno dei mezzi
con i quali Cristo continua a costruire e a guidare la sua Chiesa. Proprio per
questo motivo viene trasmesso mediante un sacramento specifico, il sacramento
dell'Ordine. (CCC 1548) Nel servizio ecclesiale del ministero ordinato è Cristo
stesso che è presente alla sua Chiesa in quanto Capo del suo Corpo, Pastore del
suo gregge, Sommo Sacerdote del sacrificio redentore, Maestro di Verità. E' ciò
che la Chiesa esprime dicendo che il sacerdote, in virtù del sacramento
dell'Ordine, agisce “in persona Christi capitis” - in persona di Cristo Capo:
[Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium,
10; 28; Id., Sacrosanctum concilium,
33; Id., Christus Dominus, 11; Id., Presbyterorum ordinis, 2; 6] “E' il
medesimo Sacerdote, Cristo Gesù, di cui realmente il ministro fa le veci.
Costui se, in forza della consacrazione sacerdotale che ha ricevuto, è in
verità assimilato al Sommo Sacerdote, gode della potestà di agire con la
potenza dello stesso Cristo che rappresenta (“virtute ac persona ipsius
Christi”) [Pio XII, Lett. enc. Mediator
Dei]. Cristo è la fonte di ogni sacerdozio: infatti il sacerdote della
Legge [antica] era figura di lui, mentre il sacerdote della nuova Legge agisce
in persona di lui” [San Tommaso d'Aquino, Summa
theologiae, III, 22, 4, c].