LUMEN GENTIUM 23 e commento CCC
Le relazioni all'interno del collegio episcopale
23g Per divina
Provvidenza è avvenuto che varie Chiese, in vari luoghi stabilite dagli
apostoli e dai loro successori, durante i secoli si sono costituite in vari
raggruppamenti, organicamente congiunti, i quali, salva restando l'unità della
fede e l'unica costituzione divina della Chiesa universale, godono di una
propria disciplina, di un proprio uso liturgico, di un proprio patrimonio
teologico e spirituale.
(CCC 1202) Le varie tradizioni liturgiche hanno avuto
origine proprio in funzione della missione della Chiesa. Le Chiese di una
stessa area geografica e culturale sono giunte a celebrare il mistero di Cristo
con espressioni particolari, culturalmente caratterizzate: nella tradizione del
“deposito della fede” [2Tm 1,14], nel simbolismo liturgico, nell'organizzazione
della comunione fraterna, nella comprensione teologica dei misteri e in varie
forme di santità. In questo modo Cristo, luce e salvezza di tutti i popoli,
viene manifestato attraverso la vita liturgica di una Chiesa al popolo e alla
cultura ai quali essa è inviata e nei quali è radicata. La Chiesa è cattolica:
può quindi integrare nella sua unità, purificandole, tutte le vere ricchezze
delle culture [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 23; Id., Unitatis redintegratio, 4].